SAN GIORGIO IN BOSCO - «Cosa può la fatica fare? Rivolge incapace ed eleva allo strazio». È l'incipit di una poesia quasi profetica di Michele Zoccarato, l'operaio di...
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Solitamente addetto alla logistica, l'ultima ora e mezza di quella quarta notte la passò però al macchinario che alza e abbassa strati di bancali per posizionarvi le confezioni di acqua da incellofanare e spedire nei supermercati. Una bottiglia, sfuggita da un pacco, rotolò a terra. La macchina era ferma quando Michele si chinò a raccoglierla. Ferma, ma parzialmente in sicurezza. Perché l'operaio, sporgendosi e coprendo col busto le fotocellule, non poteva sapere - perché non era la sua postazione - che la sua mossa andava pericolosamente ad azionare le forche che in una frazione di secondo lo infilzarono di peso.
La morte di Michele è stata una combinazione di fatalità: doveva essere a casa in permesso sindacale, ma essendo rientrato dalle ferie acconsentì al turno di notte. E non c'era nessuno con lui, al momento della disgrazia, sulla linea dell'imballaggio, dove si trovava eccezionalmente al comando. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino