Rapina alla sala slot, presi i banditi Era tutta una finta: il dipendente aggredito era un complice

MESTRINO - Era una rapina simulata. I due rapinatori erano in realtà d'accordo con un dipendente infedele della sala giochi. Anche la violenza - un pugno - esercitata...

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MESTRINO - Era una rapina simulata. I due rapinatori erano in realtà d'accordo con un dipendente infedele della sala giochi. Anche la violenza - un pugno - esercitata dai banditi sul dipendente aggredito, davanti alle telecamere di sorveglianza, era simulata. Questa almeno è la "verità" che emerge dall'inchiesta condotta dai carabinieri, che hanno acciuffato tutti i presunti autori del colpo del 20 settembre scorso alla sala slot “Las Vegas” di Mestrino:  un padovano e un vicentino di Asiago, entrambi residenti a Padova, e un quarantenne di Taranto.


Sarebbe stato proprio il dipendente presunto infedele della sala slot a rivelare a due banditi dettagli importanti per riuscire a mettere a segno la finta rapina - in realtà furto aggravato -  e ora i Carabinieri sono arrivati anche a lui e lo hanno arrestato. Oltre a Enrico Berto, 61 anni, originario di Montagnana e residente a Padova, già arrestato il 6 ottobre scorso e ritenuto responsabile dell'agguato armato messo a segno ai danni del titolare, i carabinieri per oltre un mese hanno lavorato per identificare gli altri due complici che lo avrebbero aiutato a impossessarsi di 8.000 euro e a fuggire. È stato così sottoposto agli obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria il dipendente, C.A., di 47 anni, originario di Asiago ( Vicenza) e residente a Padova, mentre Giovanni Sicilia, 40enne di Grottaglie (Taranto) è stato portato in carcere.



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Il Gazzettino