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MESTRE - Il 6 marzo l'hanno trovato in un appartamento a Bergamo, mentre cercava di nascondersi facendo appoggio su alcuni parenti in Lombardia. Era appena tornato dall'Inghilterra, scappando prima dell'udienza per l'estradizione chiesta dall'Italia. Fatto sta che ieri Valentino Sarov, 34 anni, lombardo di origini, residente a Fiesso D'Artico, non era più latitante nell'udienza preliminare in cui si discuteva il rinvio a giudizio per l'inchiesta relativa all'autosalone "Ferrari motors" di via Forte Marghera. L'indagine condotta dalla polizia e coordinata dal pm Andrea Petroni aveva portato all'accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio in relazione a vetture mai consegnate agli acquirenti, nonostante il versamento di ingenti caparre e in alcuni casi del prezzo totale pattuito.
ARRESTO E SCARCERAZIONE
Tra gli arrestati, e con un ruolo rilevante nell'indagine, c'era proprio Sarov.
ALL'ESTERO
Di lui non si era saputo più nulla fin quando dall'Inghilterra non arrivava la notizia di un suo arresto per rissa per cui si trovava agli arresti domiciliari oltre Manica. La nota dava nuova benzina alla giustizia italiana che si metteva in moto per far sì che il trentaquattrenne arrivasse a Venezia e venisse processato per la truffa della concessionaria. Notificata la data d'udienza per l'estradizione, Sarov era fuggito di nuovo. Primula rossa, fino al 6 marzo e all'arresto a Bergamo.
L'INCHIESTA
Le truffe riguardavano una ventina di persone tra febbraio e marzo 2020. Gli acquirenti avevano visto e provato le vetture ma queste, prima con la scusa dei tempi necessari per l'immatricolazione, poi di ritardi dovuti al Covid, non sono mai state consegnate. Alcune auto, con carte di circolazione fasulle, erano risultate "vendute" più volte, a persone diverse. Erano Audi, Mercedes e Bmw dal prezzo conveniente. L'autosalone era poi stato abbandonato e i venditori si erano resi irreperibili dopo essersi appropriati di circa 266 mila euro e delle auto.
Alla prossima udienza, patteggeranno in tre: per gli altri si discute il processo.
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Il Gazzettino