Palazzo ostaggio dei tossicodipendenti a Mestre: «Bivacchi pure di giorno, siamo prigionieri»

Palazzo ostaggio dei tossicodipendenti a Mestre: «Bivacchi pure di giorno, siamo prigionieri»
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MESTRE - Ancora prigionieri dei tossicodipendenti. La storia si ripete. Ogni giorno, tutti i giorni. E più il tempo passa più la situazione peggiora e più la gente è esasperata. Parola dei condòmini di Palazzo Bandiera, che si sono riuniti per parlare con una voce sola più forte e stentorea. Ma non basta. E loro di voce ne hanno sempre meno perché sfinacati, ma non rinunciano a denunciare, documentare anche con foto e video, sensibilizzare rispetto a quella sorta di casba all'aperto in cui sono costretti a vivere, all'angolo fra via Rampa Cavalcavia e via Cappuccina. «Ora i tossici addirittura non bivaccano solo di notte davanti all'ingresso, ma li trovi a dormire, come questa mattina (ndr. ieri) anche di giorno, alle 9 o 9.30. Gettati sui gradini delle scale interne che se non stai attento ci inciampi quando esci per andare al lavoro. E anche se li inviti ad andarsene non fanno una piega, al massimo qualche rantolo e continuano a stare lì» spiega uno degli inquilini. Che poi aggiunge: «Il problema è che la loro presenza crea non solo disagio ma anche paura. Sono diverse le mamme che hanno bambini da portare a scuola o all'asilo e temono di scendere per eventuali reazioni di stizza o altro, e che comunque non vogliono essere costrette a far vedere ai loro figli persone ridotte in quello stato. Ma cosa devono fare? Anzi cosa dobbiamo fare? Siamo arrivato all'assurdo che ci sentiamo sequestrati in casa, ostaggio di un gruppetto di sbandati».


DENUNCIA


Raccolte di firme, petizioni, richieste ripetute di intervento alle forze dell'ordine. Sono anni che i residenti chiedono anche al Comune di aiutarli a sconfiggere degrado e sconforto. Ma non è facile e non è semplice. Le persone che stazionano davanti al portone, sotto i portici sono ben conosciute: sulle spalle piccoli precedenti e a carico diversi daspo urbani e fogli di via del questore, e più e sono stati più volte multati dai vigili urbani. Si allontanano per poi tornare. Quel palazzo, che 50 anni fa era considerato fra gli stabili di pregio della città inserito in un'area strategica, sulla strada per Venezia, a due passi dalla stazione dei treni e anche dal centro, ora è solo l'ombra di quel passato nostalgico. Con il paradosso presente che gli sforzi per rilanciarne immagine stanno aggravandone le condizioni: le impalcature installate per il restauro radicale, infatti, rendono più agevole trovare riparo e rifugio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino