Mestre. Studente universitario di 22 anni trovato morto in casa dal coinquilino

Mestre, studente universitario trovato morto in casa
MESTRE - A trovarlo è stato il coinquilino. Un ragazzo di appena 22 anni, originario della provincia di Verona, studente universitario fuori sede, è morto ieri...

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MESTRE - A trovarlo è stato il coinquilino. Un ragazzo di appena 22 anni, originario della provincia di Verona, studente universitario fuori sede, è morto ieri mattina nel suo appartamento di via Carducci, in pieno centro a Mestre. Il giovane, vedendo l’amico riverso a terra, ha dato immediatamente l’allarme: sul posto l’ambulanza del Suem. Inutile ogni tentativo di rianimarlo: il 22enne era deceduto già da alcune ore. Al seguito degli operatori sanitari dell’Ulss anche due volanti della polizia di Stato. Immediatamente sono partite le indagini per accertare le cause del decesso. L’ipotesi più probabile (che potrà essere accertata però solamente in un secondo momento con l’autopsia) è che si sia trattato di un’overdose. Nell’appartamento, infatti, la polizia ha trovato della sostanza stupefacente e, soprattutto, una siringa. Secondo gli investigatori, siringa con cui, con ogni probabilità, il ragazzo si sarebbe somministrato la dose risultata poi fatale. 


CACCIA AL PUSHER


Il corpo del ragazzo è stato portato via dall’appartamento solo poco dopo le 17, una volta terminati tutti gli accertamenti della scientifica e dopo il sopralluogo del medico legale. Il pubblico ministero di turno, Andrea Petroni, informato dell’accaduto, quasi certamente disporrà in queste ore l’autopsia. Sarà fondamentale, al fine delle indagini, avere conferme sulla sostanza assunta dal 22enne. È molto probabile che si tratti di eroina, ma anche in questo caso serviranno degli esami tossicologici. Trattandosi di uno studente universitario, inoltre, per gli investigatori potrebbe trattarsi di un consumatore occasionale, forse addirittura alla sua prima volta. Tutte ipotesi da verificare, ovviamente, ma adesso è scattata la caccia allo spacciatore che avrebbe venduto la droga al giovane: il reato per cui si procederebbe, in questo caso, è morte in conseguenza di altro reato (ovvero lo spaccio di sostanze stupefacenti). 


I PRECEDENTI


Nell’ultimo mese ci sono stati diversi casi di overdose. A metà aprile, nel rione Pertini, in via Camporese, era stato trovato senza vita un 46enne, morto da almeno una settimana: era ospite a casa di un amico che, in quei giorni, era andato altrove lasciandogli le chiavi dell’appartamento. Una ventina di giorni fa, invece, è stato salvato in extremis un 37enne di fronte alla stazione: il personale del Suem era riuscito a rianimarlo iniettandogli una dose di Naloxone, il farmaco che funge da “antidoto” all’eroina. Fra gli ultimi episodi di overdose letale in città un 26enne trovato morto nel suo appartamento in Corso del Popolo e, un mese più tardi, un 46enne deceduto su una panchina di un parco a Trivignano. 


INCUBO EROINA GIALLA


Preoccupa un possibile ritorno delle morti in serie per droga, anche se statisticamente siamo ancora lontani dai numeri tra la primavera del 2017 e quella del 2018, quando nell’arco di meno di un anno vennero registrati quasi una ventina di decessi in città, tutti legati alla medesima sostanza: eroina gialla. Una variante particolarmente pura e potente dell’oppiaceo più famoso e pericoloso venduta in esclusiva da un gruppo criminale composto esclusivamente da cittadini nigeriani: allora la squadra mobile di Venezia aveva smantellato la banda nella ormai celebre operazione San Michele del 10 luglio 2018, retata in cui erano state eseguite 40 ordinanze di custodia cautelare. Nel filone principale del processo, i 30 imputati erano stati condannati in abbreviato, a fine 2019, a complessivi 165 anni di carcere, poi “scontati” di circa mezzo secolo in appello, nel marzo 2021, quando molti erano stati scarcerati. In cella sono rimasti i capi, tra cui il boss Kenneth “Ken” Ighodaro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino