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MESTRE - Dopo l'accoltellamento la sparatoria? Tensione alle stelle giovedì sera nella stessa zona dove, a distanza di meno di 24 ore, si era consumata la feroce aggressione all'arma bianca fra tunisini e nigeriani finita con tre feriti: uno colpito al torace, altri due al collo e alla faccia. Cosa è successo? Cosa sta succedendo?
Sono le dieci e mezza dell'altra sera quando alle centrali operative di polizia, vigili urbani e carabinieri, si susseguono chiamate di residenti allarmati che segnalano l'esplosione di diversi colpi di pistola. Troppe le telefonate per pensare possa essere una suggestione (collettiva?). Petardi? Botti? No, si tratta proprio di spari. La prima cosa che viene in mente è che possa trattarsi della seconda puntata di quella che appare una sorta di faida fra clan nordafricani e centro africani per gestire la vendita al dettaglio di stupefacente in una delle piazze più ambite del Nordest, ovvero la città di Mestre.
LO SFONDO
I primi a intervenire sono gli agenti della Municipale che da tempo presidiano l'area ad alta sensibilità di spaccio, quella appunto del quartiere Piave, che dalla stazione dei treni, punto di arrivo e partenza tanto di pusher che di clienti, si è estesa quasi fino a lambire piazza Ferretto.
IN DIRETTA
Diverse ore prima, nel tardo pomeriggio, numerose persone hanno assistito in diretta al buco di due giovani nel piazzale della stazione dei treni, all'altezza delle scale che portano al sottopasso del tram. «Ero appena tornata dalla montagna - scrive una signora che abita in via Podgora - e mi sono imbattuta in questa scena allucinante. Sono rimasta sconvolta: due ragazzi che si iniettano la droga, così, davanti a tutti. Si vedevano anche dall'ascensore. Possibile che si debba assistere a questi spettacoli alle 18 della sera?».
Da una parte la battaglia per il controllo del mercato dello sballo, dall'altra il degrado di chi è vittima più o meno consapevole di una dipendenza che, da non trattare come un problema di ordine pubblico, bensì come una piaga sociale da affrontare di conseguenza. Prima di un altro decesso per overdose. Prima di un'altra guerra fra bande di spacciatori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino