Mestre. Spaccata da Caberlotto, identificato l'autore del furto da 10mila euro. Il sindaco Brugnaro: «Aveva con sé un piccone o un’ascia»

Spaccata da Caberlotto, identificato l'autore del furto da 10mila euro. Il sindaco Brugnaro: «Aveva con sé un piccone o un’ascia»
MESTRE - Per l’autore della spaccata nel negozio Caberlotto a Mestre, in piazza Ferretto, potrebbero scattare presto le manette ai polsi: il condizionale è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE - Per l’autore della spaccata nel negozio Caberlotto a Mestre, in piazza Ferretto, potrebbero scattare presto le manette ai polsi: il condizionale è d’obbligo, dato che ancora non c’è ufficialità, ma sarebbe stato identificato il presunto autore del furto “gourmet” di martedì 5 marzo. L’annuncio, per il momento non confermato dalle forze dell’ordine, è stato dato dal sindaco Luigi Brugnaro nel corso della cerimonia di inaugurazione della pista ciclabile di Marghera. «Identificato l’autore della spaccata da Caberlotto: aveva con sé un piccone o un’ascia, comunque uno strumento atto a offendere», queste le parole del sindaco, che la Polizia locale commenta con un secco «no comment». Il presunto autore del furto sarebbe un nordafricano, non residente a Mestre, entrato all’interno del negozio servendosi di uno strumento che potrebbe essere un piccone o un’ascia. Il soggetto sarebbe stato in possesso di uno strumento da scasso ma anche potenzialmente pericoloso per chi lo avesse “disturbato” durante le operazioni di saccheggio del negozio. Durante le ore notturne il ladro (o i ladri) hanno scassinato il pannello della porta d’ingresso e si sono introdotti all’interno del negozio, dove sono state portate via bottiglie di champagne Dom Perignon per svariate migliaia di euro, oltre al fondo cassa di circa 4mila euro. Un bottino da 10mila euro niente male, per il razziatore (o i razziatori) di Caberlotto, che hanno danneggiato anche il negozio forzando la porta e che se la sono presa così comoda da arrivare a fumarsi una sigaretta dentro il negozio mentre aveva luogo la rapina. Il presunto responsabile del furto sarebbe stato individuato dalle telecamere presenti in piazza Ferretto: all’interno del negozio non ci sono sistemi di videosorveglianza né un allarme. 

GLI ARRESTI

Restando in tema di identificazioni, la squadra mobile di Venezia ha arrestato sei persone di nazionalità straniera, magrebini e dell’est Europa i quali, su disposizione dell’autorità giudiziaria, sono stati portati in carcere a Venezia dove sconteranno pene che vanno dai due ai cinque anni di reclusione. Due dei fermati, che hanno un’età che va dai 25 ai 30 anni, si sono resi responsabili, nel corso degli scorsi due anni, di borseggio e rapina, in un caso anche utilizzando un coltello, nel centro storico di Venezia. Un altro aveva compiuto un furto in abitazione a Marghera mentre gli altri tre si erano resi protagonisti di altri reati nel cosiddetto quadrilatero di via Piave: spaccio e furti, anche a danno di attività commerciali. 

I RIMPATRI

Durante l’ormai consueto servizio Alto impatto di mercoledì 6 marzo, concentrato nelle zone di Mestre più a rischio degrado e criminalità, sono state identificate più di 80 persone, la maggior parte delle quali di nazionalità straniera. Durante gli accertamenti delle forze dell’ordine sono stati identificati tre cittadini stranieri con a carico diversi precedenti: due avevano commesso reati contro il patrimonio e il terzo aveva precedenti per spaccio, resistenza a pubblico ufficiale e inottemperanza all’ordine del questore. Essendo privi di un documento di riconoscimento valido, i tre sono stati accompagnati in questura per accertamenti, dove sono risultati irregolari: grazie all’intermediazione della questura sono stati condotti da Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza ai centri di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo e Macomer. 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino