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MESTRE - Ha lottato per un anno contro quel male, senza mai perdere la speranza e il suo sorriso. Gianpaolo Ardizzon, 48 anni, se ne è andato giovedì scorso. Originario di Pieve di Soligo (Treviso), a Venezia aveva prima studiato, a Ca' Foscari, dove aveva ottenuto la laurea in Scienze naturali, e poi aveva trovato lavoro. Poco dopo la laurea, infatti, era stato assunto da una società di Marghera. Nella terraferma veneziana aveva trovato anche l'amore: qui, infatti, aveva conosciuto quella che poi, nel 2012, sarebbe diventata sua moglie, Erica Pollazzon, e madre dei suoi due bambini di quattro e due anni. Da qualche tempo lavorava alla Quaeris di Breda di Piave come data analyst. Un lavoro che aveva scoperto tardi ma che gli piaceva molto: si occupava delle procedure di raccolta, validazione e analisi dei dati, «di creazione di report e di applicazioni web orientate alle ricerche di mercato», si legge nella sua biografia sul sito dell'azienda. Da Marghera, la famiglia poi si era spostata poi in centro a Mestre, in Riviera Marco Polo.
LA MALATTIA
Un anno fa, la terribile notizia della malattia. Una sorta di deja vu per Gianpaolo, che aveva già avuto a che fare con un tumore nel 2003. Questa volta, però, la malattia l'aveva preso al cervello. Dopo la diagnosi, Ardizzon si era sottoposto a un intervento chirurgico all'ospedale dell'Angelo, poi chemio e radioterapia. Un lungo percorso che sembrava aver dato i suoi frutti. «Dopo la riabilitazione sembrava stare meglio ricorda la moglie - abbiamo passato l'estate insieme e sembrava stare bene». Alla fine, però, la ricaduta fino al decesso di giovedì.
La sua morte è stato un duro colpo per tutti gli amici e conoscenti: in tanti, lunedì, si sono presentati alla chiesa della Beata Vergine Addolorata per dargli l'ultimo saluto.
LE PASSIONI
Appassionato di montagna e motori, con Erica condivideva l'amore per la due ruote. «Eravamo entrambi motociclisti - racconta Erica - abbiamo deciso di smettere quando sono nati i bambini».
Il Gazzettino