Mestre. Giornata da incubo al Pronto soccorso: 257 accessi, dei quali 10 codici rossi. «Siamo stremati»

Mestre. Gironata record al Pronto soccorso: 257 accessi, dei quali 10 codici rossi. «Siamo stremati»
MESTRE - Una giornata semplicemente bestiale, per il Pronto soccorso. L'altro ieri, mercoledì, all'ospedale dell'Angelo ci sono stati ben 257 accessi in...

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MESTRE - Una giornata semplicemente bestiale, per il Pronto soccorso. L'altro ieri, mercoledì, all'ospedale dell'Angelo ci sono stati ben 257 accessi in emergenza, con 10 codici rossi (pericolo di morte), 35 arancioni e 30 gialli. Numeri record e un lavoro gravosissimo, soprattutto nell'area rossa, che è andata a piena saturazione, con il conseguente allungamento dei tempi di presa in carico e assistenza dei pazienti. Alcuni sono entrati a metà pomeriggio, ma sono stati visitati solo nel cuore della notte, dopo varie ore di attesa. Cinque i contagiati da covid ricoverati (otto ieri, invece, tutti sottoposti a terapia monoclonale). Per loro c'è una stanza dedicata con otto posti letto. È indubbio che l'aumento dei contagi si traduce in una maggiore pressione su quello che è il fronte di cura più importante per i cittadini, che talvolta faticano a trovare altrove un primo riferimento. Che due giorni fa la situazione sia stata da far tremare le vene e i polsi, per dirla col Poeta, lo conferma il primario Mara Rosada: «Da qualche tempo dice in Pronto soccorso abbiamo persone con un quadro clinico molto impegnativo per la diagnostica e il trattamento. Si tenga conto che in sole sei ore sono arrivati 106 pazienti. L'area rossa si è riempita di casi gravi da seguire che si sono sovrapposti, come riflettono gli stessi numeri». Per la prima volta, sui monitor di sala dove scorrono i numeri e i codici d'accesso è comparsa la scritta Emergenza in corso. A molti che chiedevano lumi sui tempi per la visita, i sanitari non hanno potuto far altro che rispondere di avere pazienza e che, com'è doveroso, la precedenza è per i più gravi. «Il covid ci sta massacrando confessa, con grande sincerità, Rosada Abbiamo difficoltà nei ricoveri, mentre la ripresa della pandemia ha determinato un aumento dei posti letto riservati a questi pazienti. La gestione è complessa: medici e infermieri devono distaccarsi, andare a vestirsi con tutte le protezioni necessarie, prendere in carico la persona secondo i protocolli previsti, andare e uscire. L'incidenza è pesante. I tempi si allungano a discapito di chi attende di essere visto».


I NUMERI

Queste giornate di lavoro straordinario, che di tanto in tanto ritornano, senza neanche una spiegazione possibile, fanno crescere ancora di più i numeri già elevatissimi del Pronto soccorso che in un anno conta in media circa 100 mila ingressi. Ci vorrebbe più personale, ma il reparto deve fare i conti con la coperta corta di un periodo segnato dalla carenza di specialisti, come altre aree fondamentali per l'emergenza, tra cui la Rianimazione, tanto che si rende necessario fare bandi rivolti a cooperative per rimpinguare le forze. Ma c'è anche l'altro lato della medaglia: la solita, annosa questione dei pazienti che in Pronto soccorso non dovrebbero andarci perché non così mpegnativi da non poter essere gestiti altrimenti. «Si tratta di educare l'utenza a rivolgervisi solo in caso di effettiva necessità afferma Rosada . E il primo riferimento devono essere i medici di medicina generale. Purtroppo ci sono pazienti che, quando chiediamo loro se li abbiano contattati, ci rispondono che avrebbero avuto l'appuntamento dopo dieci giorni... Le esigenze dell'utenza diventano infinite e di fronte ad esse saremo sempre in carenza d'organico». L'emergenza covid peggiora la situazione. Il bollettino giornaliero di Azienda zero, della Regione, ieri ha registrato 251 nuovi contagiati in provincia; gli attualmente positivi hanno sfondato di 65 unità quota 3 mila; e i ricoveri sono saliti a 80, con nove terapie intensive.
 

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Il Gazzettino