OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MESTRE - «Ho sentito un forte trambusto, un parlare concitato forse una lite sul pianerottolo. Poi i colpi di botte nell’ascensore e le grida disperate d’aiuto. Mi sono spaventata e ho chiamato la polizia». Sono le parole della dirimpettaia dell’appartamento in cui, la sera del 9 agosto, si trovavano Radu e Marin Rusu, i due cugini moldavi arrestati per la morte del 32enne di Salzano Lorenzo Nardelli. E’ da lì, dal terzo piano dello stabile in via Rampa Cavalcavia 9 che è partito tutto. Secondo la versione che i due cugini hanno dato alla polizia, Nardelli si sarebbe introdotto con due complici in casa loro per derubarli. Poi la lite, le botte e la morte del 32enne. Le indagini sono in corso. Ma ad assistere a pochi metri dalla scena del delitto, è stata l’anziana vicina che per una questione di sicurezza ha preferito mantenere l’anonimato. La signora ha seguito gli eventi dallo spioncino ed è stata la prima a dare l’allarme chiamando le forze dell’ordine.
URLA E BOTTE
«Dai rumori che provenivano da fuori - continua la dirimpettaia - sembrava ci fosse una lotta nell’ascensore.
I SOCCORSI
La signora, dal suo punto d’osservazione, ha assistito dunque prima alla lite furibonda e poi all’arrivo dei soccorsi e delle forze dell’ordine. «L’ascensore continuava a fare su e giù, si era bloccato con i tre giovani dentro. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per aprirlo e tirarli fuori. Hanno chiamato l’ambulanza e hanno tentato di rianimare il ragazzo ferito con il massaggio cardiaco qui sul pianerottolo. Ma non c’è stato nulla da fare. Ero spaventata, ho aperto la porta solo alla polizia quando mi ha suonato per la testimonianza».
ZIO DIRIMPETTAIO
La signora non conosceva Radu e Marin Rusu, i due operai arrestati. «Non li avevo mai visti - continua - conosco lo zio Maftei Anton Nicolae, perché abita qui di fronte a me, l’appartamento è il suo. Ma non c’era al momento della lite. Non sapevo neanche chi fossero i nipoti e chi il terzo giovane».
DEGRADO
Lo stabile di via Rampa Cavalcavia 9 si trova a due passi da via Cappuccina e via Piave, le zone tristemente note per spaccio e degrado. «Questo - conclude amara la signora - prima era un bel condominio, rispettabile. La zona era stupenda, adesso è diventata una cloaca. Non ne possiamo più».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino