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MESTRE - Stanno lavorando giorno e notte e, per risparmiare tempo, si fanno anche da mangiare dentro all'ex supermercato Pam di via Piave al civico 17. È il locale che un gruppo della Comunità dei bengalesi ha affittato per farne un centro culturale e di preghiera. Nonostante la diffida dell'Amministrazione Brugnaro e le proteste dei vicini, sono convinti di avere tutti i diritti di aprire la struttura e di metterla a disposizione dei fedeli musulmani. Per cui stanno lavorando per attrezzare lo spazio secondo le norme: uscite di sicurezza, conformità degli impianti, bagni e via di seguito. Per quanto riguarda, invece, la capienza, che è il problema principale opposto dal Comune, la Comunità e i suoi legali sono certi che in quegli 800 metri quadrati possano starci fino a 800 o 1000 persone, e che quindi una media di 500 persone sia un dimensionamento adeguato. In primo luogo il Decreto ministeriale 12/4/96 sul pubblico spettacolo stabilisce come calcolare la capienza di luoghi di ritrovo: 0,4 persone per posto a sedere al metro quadrato, oppure 0,7 persone a metro quadrato per locali di intrattenimento e, ancora, 1,2 persone per locali, sale da ballo e discoteche; e per il centro di preghiera di via Piave bisogna considerare che non si prevedono posti a sedere quindi lo spazio a disposizione è maggiore.
LE NORME
Per quanto riguarda le chiese ci sono delle sentenze a riguardo che si rifanno proprio a questo decreto.
I PRECEDENTI
La storia, insomma, si ripete, ma ora che di luoghi di culto, oltre naturalmente alle chiese cattoliche, ce ne sono parecchi, per la Comunità bengalese, che rappresenta oltre 12 mila dei 40 mila musulmani residenti nel Comune, e per i suoi legali, diffidare la moschea di via Piave potrebbe anche configurarsi come un atto di discriminazione. Prima di passare alle carte bollate Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese, qualche giorno fa aveva lanciato un nuovo appello al Comune affinché dia una mano, come prevede la legge regionale, a trovare un luogo adatto: edifici abbandonati ce ne sono e anche aree destinate a verde urbano attrezzato dove si possono costruire pure chiese come, appunto, quella degli ortodossi a Zelarino.
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Il Gazzettino