OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MESTRE - Le scritte contro Giorgia Meloni possono non essere un caso isolato. Nel Veneziano, infatti, sembrerebbe essersi costituito un gruppo (o più gruppi) ispirati all'azione delle Brigate rosse. Dal punto di vista operativo, per il momento, l'unica cosa per cui si sono messi in mostra è stato imbrattare dei cartelloni elettorali, ma è un fenomeno che non va sottovalutato, come spiega il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto. «Stiamo cercando di ricostruire anche episodi del passato recente, sembra che ci siano dei gruppi che si rifanno alla simbologia delle Br. Probabilmente non hanno i mezzi che avevano i loro ispiratori, forse non sono animati dalle stesse intenzioni. Ma è un fenomeno che non si può sottovalutare». L'obiettivo di quelle scritte minacciose in viale Garibaldi, forse, non è Giorgia Meloni in sé. Anche gli investigatori della Digos sembrerebbero più orientati a pensare che si tratti di un qualcosa legato alle recrudescenze anarchiche di questo periodo di crisi: avvicinandosi le elezioni, è possibile che le attenzioni di chi è antisistema si siano concentrati sulla candidata favorita. Una delle scritte, infatti, è un invito generico: «Non votare, lotta». «Credo che quelle scritte siano un momento più legato al caro bollette - continua il prefetto - e alla crisi del momento. In situazioni come quella attuale monta la rabbia e questi movimenti se la prendono con i candidati».
Le indagini
Al momento, quindi, la Digos sta confrontando i diversi episodi avvenuti negli ultimi tempi.
Solidarietà
A Giorgia Meloni sono arrivati attestati di vicinanza e solidarietà dall'intero mondo della politica. Dai suoi colleghi di partito (ovviamente) a Luca Zaia, da Michele Mognato a Giovanni Toti.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino