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MESTRE - L’Amministrazione fucsia è poco “gattara”. L’ultimo esempio è dell’altro ieri quando la dirigente del Settore Servizi Educativi della Direzione Sviluppo Organizzativo e Strumentale e direttrice dell’Istituzione Centri di Soggiorno, ha scritto una lettera ai responsabili di servizio che operano nell’ex scuola e Pretura Roncalli in viale San Marco 154. Già l’oggetto della missiva indica il contenuto: “Presenza di un gatto”. Ebbene sì, evidentemente nella sede del centro di formazione comunale c’è un gatto. Anzi, come scrive la dirigente, «forse più d’uno». E allora? Allora «detta presenza non è ammissibile per motivi di sicurezza, di igiene, di salute e di decoro». Ma come?! Abbiamo passato due anni chiusi in casa per il Covid (che fino a prova contraria non è portato dai gatti) e siamo nel pieno di una guerra non troppo distante dai nostri confini che uccide persone e animali (gatti compresi), e la presenza di un gatto nei locali dell’ex Roncalli diventa inammissibile?
Il Comune spiega che alcuni dipendenti hanno segnalato che il gatto gli procura difficoltà respiratorie e li obbliga a prendere farmaci anti asma.
E qui, per il personale tutto, il problema si fa più complesso perché se la fonte di attrattiva è un altro gatto (maschio se l’ospite è femmina, o femmina se l’ospite è maschio, oppure entrambi se è Lgbt), eliminarlo non è difficile, ma se la fonte è uno o più topi, salvati cielo. Ad ogni modo, una volta eliminate tutte le fonti di attrattiva, «nel caso accerti ancora la presenza del gatto lo segnali in portineria e collabori affinché sia riaccompagnato fuori», magari con Foglio di via perché non sia mai che, una volta riaccompagnato alla porta, il gatto rientri dalla finestra.
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