Aveva crediti e non debiti, ditta edile vince contro la banca: annullato decreto da 363.000 euro

Il tribunale di Venezia (foto di repertorio)
MESTRE Non solo vedersi di fatto assolti dall'accusa di essere in debito, ma scoprire con la stessa sentenza di avere anche un credito nei confronti della banca Intesa...

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MESTRE Non solo vedersi di fatto assolti dall'accusa di essere in debito, ma scoprire con la stessa sentenza di avere anche un credito nei confronti della banca Intesa Sanpaolo che anni prima aveva chiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti di una ditta edile di Mestre. E ora, assistita dall'avvocato Daniela Ajese, la stessa ditta edile è anche pronta a passare al contrattacco e denunciare l'istituto di credito per tutti gli anni di segnalazioni come ditta inadempiente.


LA STORIA

Quella che si è chiusa a inizio maggio dando ragione alla società edile di Mestre e condannando il gruppo bancario è una storia iniziata nel 2016, quando la società edile si era vista recapitare un decreto ingiuntivo di euro 363.451,24 chiesto e ottenuto dalla banca come saldo debitore di un conto corrente intrattenuto con la filiale di Mestre dell'Intesa Sanpaolo. 


L'OPPOSIZIONE

Un atto al quale l'avvocato Ajese si oppone, come chiesto dalla società edile mestrina, che il 4 maggio ha visto il giudice del tribunale Civile di Venezia, Chiara Campagner, accogliere il ricorso della società e dichiarare la nullità delle clausole anatocistiche, la nullità delle clausole relative alle commissioni di massimo scoperto pattuite nei contratti di apertura di credito sottoscritti tra le parti nel corso degli anni, l'illegittima applicazione delle commissioni di messa a disposizione dei fondi, l'illegittima applicazione in corso di rapporto di spese, remunerazioni, commissioni. 
Non solo perché il tribunale, usando come volano la nullità e l'illegittimità del decreto ingiuntivo, è andata oltre decidendo di far controllare l'intero andamento del conto corrente da un consulente tecnico nominato dallo stesso giudice che ha evidenziato come non ci fosse alcun debito in capo alla società edile mestrina, ma anzi come fosse lei ad avanzare del denaro dall'istituto bancario. 


LA SENTENZA

Con la sentenza depositata il 4 maggio quindi il tribunale in un colpo solo ha revocato il decreto ingiuntivo che era stato opposto e, accogliendo la domanda riconvenzionale proposta dalla ditta edile, ha condannato la banca al pagamento in favore della correntista dell'importo di euro 8.148,80 oltre interessi e spese legali dell'intero processo. La società si è vista così cancellare un debito di euro 363.000,00 ed ha scoperto di avere addirittura un credito.
 

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Il Gazzettino