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VENEZIA - Che fare con il lupo "veneziano"? Nulla, almeno per ora. Il fatto che l'animale abbia sconfinato dalle zone montuose della Lessinia (forse) per farsi largo fino in pianura, in Riviera del Brenta (precisamente a Campagna Lupia), non è di per sé una condizione sufficiente a procedere con uno spostamento coatto. Il perché lo spiega Marco Olivi, direttore del master in Gestione della Fauna selvatica dell'Università di Ca' Foscari: «La direttiva europea Habitat prevede sia protetto e che sia vietata la cattura, l'uccisione e il disturbo della specie - spiega - esistono delle deroghe ma solo in determinate circostanze: devono esserci rischi economici, sanitari, di equilibrio ambientale, e soprattutto non devono esserci alternative». Ma è possibile che il lupo rivierasco metta radici nelle campagne veneziane o si tratta di un errore di rotta temporaneo? «Bisogna considerare il fenomeno della dispersione: i lupi è vero che ragionano e si muovono in branco, ma quando un giovane diventa adulto tende a cercare nuovi territori. Se trova l'habitat adatto (e una compagna con cui riprodursi) può colonizzare l'area, in Lessinia è successo così». Se la sua presenza sia o meno rischiosa per l'uomo, però, è difficile stabilirlo. «Con gli animali selvatici - continua - è sempre difficile dare patenti di pericolosità. Il lupo ha un suo programma di vita e una sua intelligenza, non ha mai attaccato l'uomo da quando è stato inventato il fucile. È probabile che ognuno di noi, nella vita, sia passato vicino a un lupo senza accorgersene: è un animale schivo. È un pericolo per gli animali domestici, tende ad attaccarli perché per lui sono prede facili».
LE REAZIONI
Dopo il primo filmato di lunedì mattina ne è comparso un secondo, ieri, in cui l'animale è stato inquadrato ancora più da vicino. «Non si può dire con certezza sia un lupo ma è possibile che un esemplare si sia spinto fin lì».
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Il Gazzettino