MESTRE - Saranno anche comodi, ma a volte sfuggono di mano. Nei gruppi WhatsApp basta che uno alzi un po' i toni e si scatena il finimondo, arrivando perfino alla lite tra...
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LA DIFESA«È vero che mi sono diretta da lei - racconta la giovane italo-cubana - ma non c'erano i bimbi. Volevo una spiegazione da questa mamma. Io le ho detto che non volevo che parlasse di mia figlia. E lei continuava a dirmi dài, mettimi le mani addosso. Poi mi ha offesa con una provocazione razzista, e a quel punto io l'ho spintonata». Secondo la sua ricostruzione, l'italocubana è quindi entrata nell'asilo per prendere la figlia «ma poi - riprende - quando sono uscita mi ha aggredita verbalmente davanti ai bambini, dandomi della negra di m con tutti i papà presenti. E poi sono andata via». La giovane sottolinea di essere in Italia da 17 anni e sposata con un veneziano.
IL TESTIMONESolo spintoni e non botte, dunque, per la cubana. A dividere le due donne è stato un giovane padre. «Ho sentito che urlavano. La mestrina diceva cosa fai, vuoi picchiarmi?' - racconta -. Poi l'ha insultata dandole della zingara, si sono spinte, ma non ci sono stati nè pugni nè calci». Quando mercoledì è arrivata la polizia la donna presentava i segni del ceffone ricevuto ed è stata accompagnata in ospedale, per poi sporgere denuncia contro la cubana. Ma anche quest'ultima ieri ha presentato una contro-denuncia per razzismo, scusandosi comunque pubblicamente con le altre mamme sulla chat.
L'episodio di violenza avvenuto ha suscitato diverse condanne. «Certe cose non devono succedere davanti alle scuole con i bambini che piangono» dice una mamma intervenuta a calmare le due donne. «Non era mai successo che dei genitori si scambiassero simili offese. Nella mia classe ogni genitore rispetta l'altro». E sugli insulti in chat di WhatsApp intervengono quasi tutti genitori: «Ogni tanto capita che nelle chat ci siano tensioni - afferma una mamma -, ma di solito sono banali. Le due mamme non si sono capite, e hanno reagito come non dovevano. Mi dispiace perché ci sono dei bambini di mezzo e non è piacevole». «Anche noi abbiamo un gruppo tra genitori - dice la mamma di un'altra classe -, ma si parla solo di cose utili per la scuola».
Filomena Spolaor Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino