MESTRE - Nessun candidato sindaco, ma tantissima gente. Molti più dei mille preventivati, alla manifestazione, organizzata da Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese e...
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«Siamo mestrini, cittadini come tutti gli altri, anche se il colore della pelle è diverso - dice Rhitu, 19 anni - noi della seconda generazione non ne possiamo più delle discriminazioni. Vai a scuola e ti guardano come se fossi una selvaggia e invece io è dalle elementari che studio».
Rhitu, Kisha di 17 anni e Polok di 16, guidano il corteo, ma anche i corsi di italiano inventati da Kamrul Siyed per i più piccoli. Con la cultura e l’istruzione cercano di battere ignoranza e pregiudizio. Ma sempre più sono costrette a fare i conti con la violenza.
«Vogliamo più sicurezza per tutti, anche per gli italiani perchè la violenza che oggi colpisce noi non è detto che domani non venga rivolta contro gli italiani. Anzi mi pare che sia già successo, no?» E’ già successo sì e, a differenza dello stillicidio di dispetti e di aggressioni di cui è vittima la comunità del Bangladesh, gli italiani piangono addirittura un morto visto che una gang di prepotenti ha ammazzato, a botte, Gabriele Sinopoli.
Ecco, i bengalesi per primi dicono che stiamo per arrivare ad un punto di non ritorno in città e la manifestazione di ieri, partita alle 17 dalla stazione ferroviaria e conclusa in piazzetta Coin, è stata la risposta della gente che lavora e che contribuisce a tenere in piedi l’economia di Mestre e Venezia, come ha sottolineato il console del Veneto per il Bangladesh, l’avv. Gianalberto Scarpa Basteri.
E che la manifestazione sia importante lo testimonia la presenza delle telecamere di BanglaTv che ha mandato due inviati e che trasmetterà in patria le immagini di questo lungo, affollato, pacifico e colorato corteo.
Il Gazzettino