Mestre, baby gang, bullo arrestato per estorsione

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MESTRE - Baby gang e bulli a Mestre. Aveva tenuto in scacco un sedicenne per settimane. Prima l'aveva rapinato per un acquisto di marijuana a suo dire pagato non a sufficienza, poi lo aveva ricattato per restituirgli il portafoglio con i documenti, chiedendogli dell'altro denaro. Ci hanno pensato i carabinieri di Mira a mettere fino all'incubo del minore, organizzando una trappola per mettere nel sacco il suo giovanissimo aguzzino.


Bengalese picchiato a sangue: preso un 17enne della baby gang
Arancia meccanica in centro, due giovani picchiati a sangue
Selfie con pistola del baby bullo in libertà
 

Anche perché i militari della tenenza rivierasca lo stavano monitorando già da tempo. Enriko Pugliese, 18 anni, in passato ne aveva già combinata qualcuna di grossa. A settembre, per esempio, era stato scoperto dalla polizia per una rapina a un 17enne in piazzale Cialdini a Mestre. A Mira, invece, i carabinieri lo stavano pedinando da tempo perché convinti che vendesse marijuana ai minorenni.
 
Come, per esempio, era avvenuto in questo caso. Tutto nasce, infatti, da una cessione di marijuana al 16enne. Pugliese, però, si era lamentato, ritenendo che il denaro non fosse sufficiente a pagare la merce. Il ragazzino, che invece aveva saldato il suo debito, aveva risposto che per la quantità acquistata riteneva di aver pagato a sufficienza. A quel punto, Pugliese aveva reagito malmenando il ragazzo e rubandogli portafoglio, chiavi di casa e cellulare. «Te li ridarò quando mi avrai dato il resto dei soldi». Per un po', il ragazzino aveva cercato di dimenticare l'accaduto. Ma il 18enne si era fatto sempre più pressante: minacce continue e pressioni per ottenere una cifra di poco più di 50 euro. Allora era scattata la denuncia ai carabinieri. I militari, coordinati dal comandante, il tenente Massimo Andreozzi, hanno scortato il ragazzo all'incontro con Pugliese. Il sedicenne si è presentato con 30 euro, il 18enne li ha presi ma senza rendere il resto («portamene altri 30 e ne riparliamo»). A quel punto è scattata la perquisizione dei carabinieri: in casa del giovane, che vive con il padre, c'era qualche dose di marijuana e il materiale sottratto alla vittima. Tranne il cellulare: quello, con ogni probabilità, Pugliese l'aveva già venduto. Il ragazzino è finito quindi in carcere con le accuse di estorsione, rapina, lesioni personali dolose e possesso ai fini di spaccio di stupefacenti.
BABY GANG

Pugliese ha 18 anni, eppure per le forze dell'ordine è già una vecchia conoscenza. Una sera di settembre, in piazzale Cialdini, armato di coltello, insieme a un 13enne aveva rapinato un 17enne mestrino dello smartphone. Come ricostruito dalla squadra mobile lagunare e dagli uomini delle volanti, il 18enne faceva parte della baby gang di Angelo Alesini, il boss della banda di Altobello, protagonista di decine di episodi tra rapine, aggressioni, furti e vandalismi vari. Pugliese, in realtà, non figurava tra i ragazzini che avevano ricevuto la misura cautelare all'epoca, non era nemmeno tra quelli destinatario degli avvisi orali firmati dal questore Maurizio Masciopinto. Lui, quella banda, la frequentava ma non era mai stato riconosciuto come uno degli autori materiali delle scorribande. Anche perché, in quel gruppo, si davano il cambio almeno una trentina di ragazzini. Quella volta a piazzale Cialdini, invece, aveva agito da solo ed era stato denunciato. Il 18enne di Mira, però, era conosciuto anche fuori dai confini di Mestre. In Riviera, appunto, per la sua attività di spacciatore alle prime armi. Pugliese però era stato segnalato per la sua attività di vendita di droga anche nel Trevigiano, nella zona di Castelfranco Veneto. Sempre a Mira, inoltre, era stato denunciato insieme a un gruppo di amici per aver lanciato dei sassi dal cavalcavia e per alcuni furti.
D.Tam.
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Il Gazzettino