Messa per celebrare le 11 vittime della strage della Marmolada. Una sirena da montagna segna l'inizio della commemorazione

Sono occupate da alcuni parenti delle vittime - una ventina in tutto - le prime due file dei banchi della chiesa parrocchiale di Canazei dove si rende omaggio alle 11 vittime...

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Sono occupate da alcuni parenti delle vittime - una ventina in tutto - le prime due file dei banchi della chiesa parrocchiale di Canazei dove si rende omaggio alle 11 vittime della strage della Marmolada. A celebrare l'omelia l'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi e il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol. Tra le 18 e le 18.10 anche gli esercizi commerciali, le imprese e le attività artigianali abbassano le serrande in segno di lutto, mentre una sirena di montagna segna l'inizio della commemorazione.

Presenti alla cerimonia il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Chieppa, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Maurizio Fugatti presidente della Provincia autonoma di Trento, il sindaco di Canazei Giovanni Bernard e altre autorità locali. Molte persone sono presenti anche all'esterno della chiesa.

Il vescovo di Trento: «Ora è unico il dolore di chi le piange»

«L'intensità della sofferenza di queste ore domanda di misurare le parole per non correre il rischio di ferire ulteriormente chi, da domenica scorsa, fa i conti con un dolore inconsolabile per la morte improvvisa e violenta degli affetti più cari». Sono le parole pronunciate dall'arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi nella cerimonia per ricordare gli 11 morti della Marmolada. Parole pronunciate davanti ai familiari di alcune vittime presenti nella chiesa di Canazei. In quest'ora «di buio e di tenebra chiediamo alla parola di Dio di farci intravedere sentieri di luci per lenire almeno un po' il dramma di chi ha in maniera tragica ha perso i propri cari», aggiunge. «Prendiamo oggi l'impegno di continuare a stare vicini come comunità e istituzioni a queste famiglie. Non chiudiamo oggi la partita della vicinanza, ma restiamo vicini» a chi vive «un dolore senza fine». «Il ghiaccio ha spezzato la vita di uomini e di donne che non si conoscevano, avevano biografie diverse, vivevano in comunità distanti, ma ora è unico il dolore di chi le piange». Un «dolore inconsolabile» per chi fa i conti con la «morte violenta» dei propri cari rispetto al quale l'unico atteggiamento possibile è il «silenzio e l'abbraccio che si fa casa. E impossibile qualsiasi parola per contenere e descrivere la vita di chi ci ha lasciato». «L'immagine della Marmolada sfregiata dalla valanga chiama l'intera umanità a intraprendere un serio cammino di riconciliazione con il creato per tornare a custodirlo e a proteggerlo, come si fa con i fratelli e le sorelle. Chiediamo, come San Francesco, di poter davvero tornare a chiamare fratello e sorella la creazione». «La generosità e gratuità» mostrata dai soccorritori «ci fa dire che c'è ancora un futuro per l'uomo». Il soccorritore non è altro che il protagonista della parabola del samaritano. 

Zaia: «Per noi è una tragedia, anche perchè degli 11 morti 8 sono veneti»

Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia a Canazei, prima di entrare alla messa per le vittime sulla Marmolada. «È stata una settimana di angoscia, di ricerche - ha proseguito - .Voglio ringraziare i soccorritori, tutti quelli che hanno lavorato sin dai primi istanti». Zaia ha voluto sottolineare che negli ospedali del Veneto vi sono ancora 7 persone ricoverate; una è stata dimessa oggi. «Domani una signora tedesca che si trova all'ospedale di Feltre - ha annunciato - partirà con una ambulanza, anche lei verso casa». Tra i ricoverati in Veneto Zaia ha citato, in particolare, Davide Carnielli «che è ancora in prognosi riservata a Treviso». «Esprimo la mia vicinanza - ha concluso - e le condoglianze a tutte queste famiglie».

 

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Il Gazzettino