Il mercato coperto più antico d'Europa è in Veneto, e ha pure gli affitti anti-fuga

Il mercato coperto più antico d'Europa è in Veneto, e ha pure gli affitti anti-fuga
PADOVA - Dal pastificio artigianale alla gastronomia più ricercata, dagli aperitivi in pescheria alle collezioni di nicchia della profumeria. Sotto il Salone, nel cuore di...

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PADOVA - Dal pastificio artigianale alla gastronomia più ricercata, dagli aperitivi in pescheria alle collezioni di nicchia della profumeria. Sotto il Salone, nel cuore di Padova, c'è il mercato coperto più antico d'Europa. Un luogo senza tempo, proprio come gli affitti pagati da chi lo popola. I gestori di banchi e negozi, infatti, versano al Comune canoni spesso fuori mercato, decisamente più bassi rispetto a quelli dei loro colleghi in centro storico. Le attività più piccole sono i banchi alimentari di 8 metri quadri che pagano 260 euro al mese, quella più grande è la pescheria da 90 metri quadri dove il costo sale a 2.200 euro. Niente male, in ogni caso, per essere sotto il duecentesco Palazzo della Ragione in uno dei contesti più preziosi e famosi della città. 

 
IL CALCOLODue corridoi porticati, incastonati tra piazza della Frutta e piazza delle Erbe, ospitano alcune delle botteghe alimentari più costose di Padova. Il mercato oggi conta 56 attività, che pagano tutte l'affitto all'amministrazione. L'elenco è pubblicato sul sito internet del Comune. Prendendo in esame i canoni che si riferiscono ad un singolo banco o ad un singolo negozio, notiamo che la media è di 450 euro al mese. A questi si aggiungono 800 euro all'anno per le spese di sorveglianza, pulizia e assicurative. Attenzione, però: i canoni d'affitto, fissati l'ultima volta nel 2011 dall'amministrazione Zanonato con un rincaro del 23% rispetto ai precedenti, scadranno il 31 dicembre 2020. La trattativa entrerà nel vivo in estate, ma il dialogo tra il consorzio Sotto il Salone e l'amministrazione comincerà già all'inizio del nuovo anno. 
I CRITERIA seguire in prima persona la questione è il presidente del consorzio Paolo Martin. «Sono sotto il Salone da 49 anni - racconta con orgoglio il macellaio - e posso dire che gli affitti sono sempre stati uguali per tutti. Le differenze al metro quadro sono minime e riguardano soprattutto la posizione delle attività: chi è all'interno è meno in vista rispetto a chi è in un angolo, per esempio. So che questi prezzi sono in qualche modo agevolati e che in centro spesso ci sono affitti con prezzi alle stelle - ammette - ma rispetto agli altri negozi vanno fatti importanti distinguo. Qui quasi nessuno ha il retro-bottega: il 99% di noi ne ha bisogno e quindi ha un magazzino o un laboratorio altrove. Io, per esempio, ad Albignasego. Va anche detto che qui non abbiamo servizi igienici e per ogni intervento strutturale, come è giusto che sia, dobbiamo sottostare ai tempi della Soprintendenza. Insomma, qui è bellissimo ma non è tutto semplice». 
GLI INCASSIL'attività più grande del Salone è la pescheria Adriatica guidata da vent'anni da Egidio Valtolina. Paga 2.200 euro di affitto per 60 metri quadri di spazio-vendita, ai quali si aggiungono 30 metri quadri di magazzino. «Dal punto di vista degli incassi - racconta il titolare - fino al 2006 abbiamo lavorato tutti molto bene e il Salone era un punto di riferimento per tutta Padova. Nell'ultimo decennio ci sono state delle difficoltà. Quest'anno ci sono stati segnali di ripresa». E gli affitti in scadenza? «Speriamo non vengano ritoccati». 

L'ESPERTOChi conosce bene il mercato immobiliare padovano è Guerino Polito, titolare dell'Antoniana Case e consigliere provinciale degli agenti immobiliari Fimaa. «Sì, i canoni sono da periferia e fuori dal Salone i commercianti solitamente pagano almeno il triplo - conferma - , ma ci sta. Quella del Comune per me è una linea logica: se aumentano i canoni si rischia di desertificare l'offerta». Pensa lo stesso l'assessore al Commercio, Antonio Bressa: «Effettivamente si tratta di affitti piuttosto contenuti - ammette - ma l'amministrazione comunale non è un privato e non vuole in nessun modo speculare. Il nostro obiettivo principale è quello di evitare lo spopolamento del cuore pulsante del commercio cittadino. Non avrebbe nessun senso alzare gli affitti e poi ritrovarsi con le gallerie mezze vuote». 
Gabriele Pipia
Alberto Rodighiero Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino