Sospeso il primo medico di base nel trevigiano: è una dottoressa di Oderzo. Ora mirino puntato su Szumski

Il dottor Riccardo Szumski
TREVISO - Via libera al provvedimento per la sospensione del primo medico di famiglia del trevigiano non ancora vaccinato contro il Covid, senza un valido motivo. Si tratta di una...

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TREVISO - Via libera al provvedimento per la sospensione del primo medico di famiglia del trevigiano non ancora vaccinato contro il Covid, senza un valido motivo. Si tratta di una dottoressa in servizio nella zona di Oderzo. Sul fronte degli infermieri, di pari passo, l'Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso ha timbrato la censura per 4 iscritti che sui propri social hanno sostenuto posizioni anti-scientifiche rispetto alla vaccinazione. Così è arrivato il richiamo formale. Per quanto riguarda la dottoressa che da 10 mesi ha scelto di non vaccinarsi, la commissione dell'Usl chiamata a vigilare sul rispetto dell'obbligo per i sanitari ha timbrato un ultimatum: le sono stati dati 5 giorni di tempo per fare l'iniezione. Se non lo farà, scatterà in automatico la sospensione almeno fino a fine anno. Si è allo spartiacque. La sospensione ora verrebbe bloccata solo se la dottoressa decidesse di tornare sui propri passi vaccinandosi. È la regola che vale per ogni camice bianco.

SZUMSKI SOTTO LA LENTE
L'altro medico di famiglia ancora sotto la lente della commissione è Riccardo Szumski, il dottore-sindaco di Santa Lucia contrario al Green pass. Il suo caso è più complesso. Szumski ha inviato una serie di certificati. La commissione deve valutarli tutti nel dettaglio prima di decidere. Sono state invece archiviate le posizioni di altri 2 medici di famiglia che non si erano vaccinati. Senza sanzioni. L'attenzione resta massima. Oltre al nodo dell'obbligo vaccinale, l'attenzione sarà puntata in modo particolare anche sulle prese di posizione degli operatori della sanità sui social.

IL PROTOCOLLO


I vari Ordini hanno sottoscritto un protocollo condiviso. Si condannano gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie che utilizzano i social media o altri canali comunicativi per divulgare ideologie antiscientifiche si legge intervenendo senza adeguata cognizione di causa in merito alle evidenze e a una conoscenza oggettiva dei fenomeni di cui discute. Nei giorni scorsi Carmen Amadio, 58enne infermiera dell'Usl, una dei referenti del comitato Szumski, è stata sospesa per 6 mesi proprio sulla base di posizioni a dir poco critiche sui vaccini espresse in un video, rimbalzato online, ripreso durante un incontro organizzato a giugno a Santa Lucia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino