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TREVISO - Ci sono sempre meno dottori. Anche a causa dell'emergenza Covid, quelli in servizio nel territorio non bastano più. E ora scatta la riorganizzazione d'urgenza delle guardie mediche per scongiurare il rischio che i cittadini restino scoperti. In tutta la Marca quest'anno dovranno essere sostituiti quasi 80 dottori di famiglia. Significa che circa 100mila trevigiani cambieranno il riferimento in ambulatorio, ammesso che i sostituiti vengano realmente trovati. Il settore oggi più in sofferenza è proprio quello delle guardie mediche. Solo nel distretto di Treviso mancano 20 camici bianchi. Le guardie mediche dovrebbero contarne 59. Invece oggi non si va oltre i 39. L'Usl punta a unire le forze. Dall'inizio di luglio verrà chiusa la sede di Paese. Giovedì scorso c'è stato un primo incontro tra l'azienda sanitaria e i sindaci. E dopodomani ce ne sarà un altro. Ma la strada sembra segnata. I cittadini di Paese, Quinto, Istrana e Morgano faranno riferimento alla guardia medica di Treviso, quella del Ca' Foncello. Di pari passo, verranno rivisti anche gli altri ambiti.
LA RIORGANIZZAZIONE
Casier e Preganziol lasceranno quello di Treviso per passare nel raggio d'azione della guardia medica di Mogliano. Zero Branco passerà da Paese alla stessa Mogliano. Mentre Ponzano non farà più riferimento a Paese ma a Spresiano.
LE RECRIMINAZIONI
Il direttore generale è ancora cauto sulla scelta della sede da chiudere. Anche perché a Paese, Quinto, Istrana e Morgano non hanno preso benissimo il fatto di dover andare a Treviso. «La decisione va condivisa specifica Katia Uberti, sindaco di Paese non sembra troppo logico far andare i cittadini di questa zona fino al Ca' Foncello, dove tra l'altro troverebbero il pronto soccorso. Giovedì torneremo a confrontarci». Fatto sta che la carenza di camici bianchi non consente troppi margini.
LO SPIRAGLIO
L'azienda sanitaria è stata estremamente chiara nella comunicazione inviata ai municipi. «Per far fronte alla grave carenza di medici, acuita dall'emergenza sanitaria in atto, si rende necessaria una riorganizzazione delle sedi del servizio di continuità assistenziale si legge dalle 20 del primo luglio viene rivista la distribuzione geografica dei comuni, mirata a garantire una presa in carico tempestiva ed efficace dei bisogni di salute dei cittadini in tutto il territorio. La riorganizzazione permette di ottimizzare l'assegnazione del personale medico alle varie sedi, oggi in grave carenza di organico, mantenendo sempre alta l'attenzione sul miglioramento continuo della qualità dell'assistenza». La cosa, però, potrebbe non essere definitiva. L'Usl si è infatti riservata la possibilità di rivedere il piano nel momento in cui dovesse trovare nuovi dottori disponibili a lavorare nelle guardie mediche. La partita si giocherà tra questa estate e il prossimo autunno. Epidemia da coronavirus permettendo. Si, perché anche qui c'entra il Covid. «Fino al 31 luglio diversi medici resteranno impegnati nelle Usca (le unità che intervengono a domicilio nei casi di positività al coronavirus, ndr) tira le fila Benazzi poi scadrà il periodo di emergenza. E a quel punto una 60ina di medici potranno scegliere se continuare operare nel territorio come medici di famiglia, come medici di guardia medica o in entrambi i ruoli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino