In diecimila senza il medico di base, è allarme in Friuli Venezia Giulia

In diecimila senza il medico di base, è allarme in Friuli Venezia Giulia
PORDENONE -  Oggi sono seimila, costretti a girovagare tra ambulatori distanti anche dieci chilometri dalla propria abitazione. Entro qualche mese diventeranno diecimila,...

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PORDENONE -  Oggi sono seimila, costretti a girovagare tra ambulatori distanti anche dieci chilometri dalla propria abitazione. Entro qualche mese diventeranno diecimila, perché stando alle ultime novità (o alla loro totale assenza) arrivate dagli uffici della sanità regionale la situazione non solo non si sta risolvendo, ma si sta addirittura aggravando. I numeri, espressi in migliaia, si riferiscono ai pazienti che sono rimasti e rimarranno orfani dei propri medici di base. I camici bianchi però non hanno alcuna colpa: sono semplicemente andati in pensione per raggiunti limiti di età. Ed entro la fine dell'anno si aggiungeranno altri quattro professionisti alla lista dei pensionati. 


 
NUMERI
Il calcolo è semplice: ogni medico di base gestisce dai mille ai 1.500 pazienti. Oggi i cittadini della provincia di Pordenone che sono rimasti senza il proprio riferimento dopo la pioggia di pensionamenti sono seimila, e con la prossima ondata diventeranno circa diecimila. Sono i numeri di un'emergenza, resa ancora più acuta da un secondo dato statistico. Oltre il 60 per cento dei pazienti che perderanno il proprio medico di base ha più di 65 anni di età. Si tratta della cosiddetta fascia debole, fatta da persone che in alcuni casi hanno difficoltà a spostarsi autonomamente. Le cifre arrivano direttamente dai vertici dell'Azienda sanitaria pordenonese, alle prese con le lamentele che si intensificano mese dopo mese. 
LA LISTA FANTASMA
La direzione dell'Aas.5 aspetta di conoscere la graduatoria regionale sul bollettino ufficiale regionale. L'ultimo è stato pubblicato ieri, ma non conteneva nemmeno un paragrafo dedicato all'argomento. I pensionamenti dei medici di base resi ufficiali negli ultimi mesi risalgono al periodo tra gennaio e luglio. In più di nove mesi non è cambiato nulla: i pazienti che hanno perso il proprio medico sono stati costretti a cercare ospitalità negli ambulatori dei professionisti che avevano ancora dei posti liberi da poter utilizzare. I più fortunati si sono spostati all'interno dello stesso territorio comunale di partenza, ma circa tremila persone si sono dovute accontentare di un medico distante dieci chilometri da casa. La nuova graduatoria, che definisce la copertura delle aree carenti con nuovi incarichi definitivi, è attesa da mesi. Ma ancora non c'è traccia del documento in grado di sbloccare la situazione. «Doveva arrivare a settembre - spiega Gianni Segalla, medico cordenonese andato in pensione il 1 luglio e preoccupato per le sorti dei suoi ex pazienti - e invece non abbiamo più avuto notizie». La pubblicazione della graduatoria non garantirà automaticamente la copertura dei posti vacanti. I medici che si piazzeranno ai primi posti, infatti, saranno aonvocati a Trieste per l'affidamento degli incarichi: a quel punto avranno tre mesi di tempo per iniziare l'attività. Tradotto, i pazienti in attesa dovranno verosimilmente attendere il 2019 per conoscere il nome del nuovo medico che li prenderà in carico. 
LA MAPPA

A Pordenone devono essere coperti quattro posti, mentre a Cordenons restano spoglie due caselle. C'è una situazione difficile anche a Chions, ma è nel capoluogo che si concentreranno gli sforzi maggiori per porre fine all'emergenza. I medici che andranno in pensione da oggi al 31 dicembre, invece, prestano attualmente servizio a San Vito e a Pordenone. L'emergenza, quindi, si espanderà anche nell'area del Sanvitese. 
Marco Agrusti
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Il Gazzettino