Tre anni e 4 mesi di reclusione: è la pena complessiva inflitta a Lino Brentan per le due vicende di corruzione e concussione per induzione nelle quali rimase coinvolto tra...
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GIÀ IN CARCERE - Brentan, dunque, è in carcere dallo scorso 28 marzo, nonostante i 71 anni di età, requisito in base al quale in precedenza sarebbe stato sicuro di finire al massimo agli arresti domiciliari. I suoi difensori, Giovanni Molin e Stefano Mirate hanno presentato ricorso per ottenere la sospensione dell'esecuzione di quella pena, ma non hanno ancora ottenuto risposta. Nel frattempo è approdata in secondo grado la condanna a tre anni di reclusione emessa nel 2015 dal gup Odoardo Comez per il reato di concussione per induzione, per aver costretto Piergiorgio Baita, della Mantovani spa, a rinunciare ad un appalto per lavori di mitigazione della terza corsia autostradale; interventi che Brentan voleva assegnare a Sacaim, «impresa di riferimento» della sinistra veneziana. Contestualmente a Baita furono promessi gli stessi lavori in subappalto e, successivamente, l'amministratore della Venezia-Padova pretese il versamento di 65mila euro dalla Fip, società a cui il gruppo Mantovani delegò di gestire quel subappalto. Al processo Brentan ha sempre negato sia la concussione, sia di aver fatto da collettore per il Pd, ammettendo soltanto di avere ricevuto 12mila euro dall'amministratore della Fip in occasione di una campagna elettorale, ma i giudici hanno ritenuto provato il reato, e la condanna è stata ieri confermata.
SOLDI IN CAMBIO DI APPALTI La prima sentenza, per la quale ha iniziato a scontare la pena in carcere, riguarda episodi di corruzione avvenuti tra il 2004 e il 2010, periodo in cui favorì alcune imprese, assegnando appalti e consulenze con la società Autostrade in cambio di somme di denaro, calcolate in percentuale (tra il 5% e il 10%) sull'importo dei lavori e delle consulenze affidate.
Il Gazzettino