TARCENTO (Udine) - Un po' oste, un po' collezionista, un po' negoziante di bottega, ma anche appassionato di storia e di mestieri. Mauro Lirusso, 63 anni compiuti il...
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Il vecchio bar, che oggi si chiama "Da Mauro", si affaccia proprio sulla ss13, a Collalto di Tarcento. Il locale è disseminato di vecchie foto dell'abitato, tutte in bianco e nero, quando ancora, in mezzo alla Pontebbana, c'era una casa, poi abbattuta. Nella prima si vedono i carri con i cavalli, che fanno sosta; poi il paesaggio cambia un po' e appaiono le prime automobili. Quindi si arriva ai nostri giorni, con il manto d'asfalto, il guardrail, le strisce pedonali. Ma restano, davanti al bar, i vecchi alberi piantati dai nonni, e restano quel sapore dell'accoglienza e il piacere di ritrovarsi insieme a bere un bicchiere di vino tipici delle osterie di un tempo. Mauro apre la mattina presto, alle 5 e 45. I suoi primi clienti non sono più, come una volta, i ragazzi che tornavano dalla discoteca, per bere il caffé e mangiare una brioche prima di far rientro a casa: sono gli artigiani che si sono svegliati col buio e che vanno al lavoro, gli autisti delle corriere e tutti coloro che transitano lungo questa strada, che da Tarvisio porta dritta a Udine, lunga chilometri e chilometri, dalla montagna alla città.
"Da Mauro" ha tutto quel che serve, proprio come le osterie di una volta: tabacchi, giornali, un angolo di negozio, con i salumi freschi, il pane di giornata; si può spizzicare al banco, giocare al gratta e vinci e, per chi ama la storia, ci si può soffermare sulle collezione di orologi a cucù e a pendolo che Mauro ha appeso un po' a tutte le parenti, tra i grandi specchi di una volta, "marchiati" con le bibite più in voga, i vecchi manifesti pubblicitari degli amari che erano più "in", il gioco delle freccette in una piccola stanzetta vicino alla vetrina in legno della nonna, cappellini con visiera, coppe e gagliardetti. Un piccolo universo che racconta la storia di questo locale di passaggio, frequentato un po' da tutti, da chi vive in zona, tra Tarcento, Tricesimo, Cassacco, Treppo Grande e Magnano in Riviera, e da chi arriva da altre zone del Friuli, in transito su questa moderna ma anche antichissima via di collegamento. Ci sono i clienti fissi, tra cui Giorgio di Tarcento, che arriva sempre in bici, Enzo di Collerumiz, che ci passa con la sua Audi, e i pensionati che si divertono a indossare il "tomat", la tradizionale maschera di legno dei maestri intagliatori delle Valli del Torre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino