L'addio a Matteo: «Ti immaginiamo lassù a fare il capitano degli angeli»

L'addio a Matteo: «Ti immaginiamo lassù a fare il capitano degli angeli»
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PIOVE DI SACCO - «Ciao Rodeo, ti pensiamo lassù in cielo, dove forse c'era bisogno di un bravo capitano per gli angeli e lo hanno trovato!». Con la voce rotta dall'emozione, uno degli amici d'infanzia di Matteo Sartori ha salutato commosso dall'altare del duomo di Piove il compagno di tante avventure giovanili, scomparso per una caduta banale durante una crociera, al largo delle coste albanesi. La chiesa piovese era piena fin dal primo pomeriggio, moltissimi i giovani arrivati dal Piovese per dare l'estremo saluto al 33enne, originario di Arzerello, poi trasferitosi a Fossò, dove viveva con la fidanzata, Sonia Marcato, assessore a Correzzola, con lui in crociera e con cui progettava il matrimonio.

 
SOGNI INFRANTI
Sogni infranti d'improvviso il 7 settembre scorso, quando, durante la cena di gala sulla nave, Matteo Sartori si è tagliato un dito aprendo un crostaceo; alzatosi dal tavolo per raggiungere la cabina, disinfettarsi e poi riprendere a cenare, salendo una scala è caduto battendo con violenza la testa. Subito soccorso, Sartori è stato trasportato all'ospedale di Durazzo, dove dopo una prima medicazione i medici hanno disposto il ricovero a quello di Tirana. I famigliari hanno poi ottenuto di imbarcarlo in un volo sanitario diretto a Brescia e dalla città lombarda è stato trasferito all'ospedale Sant'Antonio, dov'è deceduto. Un dolore grande per la famiglia e i congiunti, che l'arciprete don Massimo Draghi ha cercato di lenire, pur riconoscendo che sarebbe stato difficile farlo con una morte così inaspettata. 
«Come è stato possibile che la freschezza della vita di Matteo sia stata cancellata con la morte?» si è chiesto il celebrante commentando il brano evangelico della risurrezione di Lazzaro. «In questi giorni siamo diventati mendicanti di parole, due però mi pare tratteggino bene il nostro Matteo: è stato un coltivatore di sogni, con i piedi per terra e il cuore in cielo, ma è stato anche colui che sa starti accanto, maestro di relazioni - ha continuato don Massimo concludendo con speranza -: dalla ferita di Matteo nasce una feritoia che fa passare la Luce, che è speranza e coraggio per noi che restiamo qua». 
Al termine della celebrazione lungo spazio ai ricordi. All'ambone si sono alternati gli amici del calcio, quelli del passato, ma anche quelli del Codevigo, presenti per salutare il loro capitano. Struggenti le parole dell'amico d'infanzia che insieme a molti altri, ora lontani, è tornato a Piove a salutare Matteo. Commosso anche il ricordo della collega di lavoro alla Sistemi Territoriali, la società che gestisce la ferrovia Adria Mestre: anche sul lavoro Sartori si era distinto come tessitore di rapporti e relazioni tra le persone.

Molte le lacrime, ripetuti gli applausi anche durante l'esecuzione di un ultimo brano di musica leggera italiana, durante il quale sono state proiettate immagini di Matteo, mentre sul sagrato gli amici lanciavano in cielo tanti palloncini blu e si stringevano a consolare i famigliari. 
Nicola Benvenuti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino