Mattarella in Piazza San Marco per i 60 anni della Scuola Navale Morosini: il saluto con 21 cannonate a salve

VENEZIA - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è giunto a Venezia per i festeggiamenti in piazza...

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VENEZIA - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è giunto a Venezia per i festeggiamenti in piazza San Marco dei 60 anni dell'istituzione della Scuola navale militare «Francesco Morosini». Mattarella, accolto da 21 salve di cannone sparate dal cacciatorpediniere «Luigi Durand De la Penne» ancorato in Bacino San Marco, ha attraversato la piazza salutato dal pubblico, passando in rassegna i reparti schierati, e gli studenti dei tre corsi di quest'anno. In tutto 160 allievi, con al loro fianco 350 ex studenti, più formazioni di rappresentanza d'Arma della Marina Militare.

L'anniversario

In sessant'anni il Morosini ha formato generazioni di giovani militari. Non a caso oggi, per omaggiare la ricorrenza (che in realtà sarebbe stata l'anno scorso, slittata per ovvie ragioni legate alla pandemia) e salutare i nuovi allievi chiamati al giuramento, c'è anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. Un riconoscimento importante per una scuola diventata ormai un'istituzione non solo per la città, ma per tutto il Paese.

Il sindaco

«La Sua presenza conferma la grande amicizia che ha sempre dimostrato per Venezia e per tutti noi che quotidianamente la viviamo - dice il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, rivolgendo un saluto al presidente Sergio Mattarella - per non aver mai fatto mancare il suo interessamento e il suo appoggio in quei momenti in cui la città si è trovata a dover superare delle difficoltà come, ad esempio, la devastante acqua alta del 2019. Lei ha saputo conquistare la nostra sincera riconoscenza e questo non lo dimenticheremo mai».

Brugnaro si è anche rivolto agli allievi del Morosini. «Patria e onore è il vostro motto - dice il sindaco di Venezia -  Mai come oggi questi due sostantivi devono tornare ad essere parole chiave del nostro modo vivere all'interno della società. La storia e gli orrori commessi dall'uomo verso altri uomini durante il secolo scorso stanno tornando prepotentemente a riempire le cronache delle nostre giornate. Non possiamo girarci dall'altra parte e con orgoglio e coraggio dobbiamo metterci la faccia. Venezia lo ha fatto, tanto che non ha avuto paura di issare la bandiera dell'Ucraina nelle sedi istituzionali del Comune per testimoniare il suo impegno nella difesa della libertà».

 

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Il Gazzettino