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POVEGLIANO - Il suo ultimo gesto d'amore è stato per Gabriella, la compagna che è stata al suo fianco negli ultimi 18 anni. Fausto Conte, 57 anni, originario di Povegliano e appuntato scelto qualifica speciale dell'Arma, quando ha capito che il male non gli avrebbe dato tregua, le ha chiesto di sposarlo. Le nozze sono state celebrate lunedì della scorsa settimana dal vicesindaco di Caneva (Pordenone) Francesco Zoldan. Una cerimonia speciale, nella sua casa di Sarone, tra i parenti e gli amici più intimi. Da domenica sera Fausto non c'è più, se n'è andato dopo quel commovente regalo a Gabriella, lasciando il vuoto immenso tra i tanti amici e colleghi che lo avevano amato e apprezzato.
L'ARMA NEL CUORE
A 17 anni aveva deciso che la sua vita sarebbe stata al servizio dello Stato e delle persone più fragili.
IL RICORDO
Conte lascia tre figli di cui era molto orgoglioso: Piergiovanni, 31 anni, Gabriele (29) e Veronicandrea (23). «Ognuno -racconta Veronicandrea- ha un piccolo ricordo del papà. Ha aiutato tante persone ed era sempre positivo. A modo suo ci faceva capire quanto ci tenesse a noi». Michele Della Valentina, collega al Radiomobile di Pordenone e amico, la scorsa settimana era accanto a lui come testimone di nozze. Erano legati da profonda amicizia. «Era un uomo buono e sensibile -lo ricorda- Non si tirava mai indietro. Le persone fragili gli toccavano il cuore. E quando gli interventi riguardavano situazioni familiari problematiche, per lui era un dolore». Aveva ricevuto anche attestati per dei salvataggi. Uno, in particolare, lo aveva visto protagonista una notte del marzo 2011 in piazza XX Settembre a Pordenone. Salvò un uomo che minacciava di gettarsi dalla finestra. Insieme al collega con cui era in pattuglia, forzò la porta dell'appartamento per entrare. L'uomo era già in piedi sul parapetto della finestra e con un balzo riuscì ad afferrarlo per i vestiti impedendogli di farsi del male. L'ultimo saluto a Fausto Conte sarà dato venerdì, alle 15, nella chiesa di Sarone. Il pensiero dei figli va anche al personale sanitario delle cure palliative di Sacile e dell'ospedale di Pordenone, dove era stato ricoverato. «Li ringrazio -dice Veronicandrea- per tutto quello che hanno fatto per il papà».
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