CODEVIGO - «Ho temuto davvero di non farcela, la preghiera e il grande lavoro dei medici e degli operatori sanitari mi hanno aiutato a venirne fuori, ma certo la strada...
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AMMALATI
Anche don Massimo, seppure con gli occhi di credente e di sacerdote, conferma la difficoltà fisica e psicologica di chi viene colpito dal Coronavirus: «Quasi un mese di ospedale diventa davvero pesante, non si vede mai la fine, anche perché gli ammalati devono comunque restare in assoluto isolamento, non solo nelle terapie intensive, ma anche dopo; d’altra parte è l’unico modo per uscirne e sono davvero grato a medici, infermieri e operatori socio-sanitari, che lavorano senza sosta e con dedizione assoluta per noi pazienti. Un lavoro quasi impossibile da descrivere. Chi, come me, ha vissuto questa esperienza difficile, penso non possa che confermare queste parole». Ora per don Massimo inizia un periodo di riposo con la dimissione dall’ospedale, che il sacerdote affronta con la sua nota pazienza e serenità: «Sono all’inizio della convalescenza, il terzo tampone è negativo, sento il peso di una croce da portare, che il Signore ci aiuti, ma soprattutto penso a chi invece non ce l’ha fatta e questi sono i fratelli e le sorelle che porto nel cuore». Tra i parrocchiani di Conche e Valli grande gioia all’annuncio del netto miglioramento della salute del sacerdote, con l’augurio che, dopo un periodo tra le mura domestiche, possa far ritorno tra di loro. Una parrocchiana racconta anche un simpatico aneddoto: «Il primo pensiero di don Massimo, una volta trasferito in reparto dalla rianimazione, è stato per la scuola: mi ha infatti telefonato piuttosto preoccupato, per sincerarsi che venisse fatto il pagamento degli stipendi delle insegnanti della scuola materna parrocchiale di Conche». Anche l’amministrazione comunale di Codevigo, attraverso il sindaco Francesco Vessio, esprime il suo compiacimento per la bella notizia: «Sono davvero felice per don Massimo, al quale ho già fatto sapere che lo aspettiamo, una volta ripreso, alla guida delle comunità parrocchiali, dove la sua figura rappresenta un riferimento sia per Conche che per Valli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino