La "resa" del sindaco-filosofo Massimo Cacciari: «Ho fatto la terza dose»

Massimo Cacciari
VENEZIA - «Chi può vada a vaccinarsi. Chi non è d’accordo, ci vada lo stesso, perché queste sono le leggi e finché non si ha la forza di...

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VENEZIA - «Chi può vada a vaccinarsi. Chi non è d’accordo, ci vada lo stesso, perché queste sono le leggi e finché non si ha la forza di cambiarle, bisogna rispettarle». Parole di Massimo Cacciari, il filosofo che non ha mai nascosto le sue critiche verso la politica dell’Italia per far fronte alla pandemia, ieri è andato a vaccinarsi. In fila, come tanti altri veneziani, per la terza dose. Inconfondibile, con la sua barba e il piglio severo, in molti lo hanno riconosciuto. E tanti si sono sorpresi: proprio lui, che tuona in televisione contro i decreti su vaccini e green pass! In realtà Cacciari non si è mai dichiarato contrario ai vaccini in quanto tali, ma ha criticato duramente la progressiva limitazione dei diritti, in nome del covid e di uno stato di emergenza che continua. È proprio di ieri l’ennesimo appello suo e degli altri intellettuali riuniti della cosiddetta commissione DuPre, Dubbio e Precauzione, contro l’obbligo vaccinale definito «follia incostituzionale».

Inevitabile, insomma, che il volto dell’ex sindaco di Venezia - 78 anni a giugno - venga associato al fronte del no. Ed ecco anche che, nel clima di crescente contrapposizione, la sua presenza al centro vaccinale di ieri sia stata segnalata con irritazione da più di qualcuno. «Non vedo alcun caso! - ribatte il filosofo - Ho fatto il vaccino. Sei costretto a farlo, alle leggi si obbedisce. I filosofi obbediscono alle leggi, anche quando le ritengono totalmente folli. Socrate insegna». In questa logica Cacciari rivendica quando dichiarato e fatto in questi mesi: «Si cerca di far capire l’insensatezza di una legge, si cerca di modificarla. Ma se non riesci a cambiarla, la rispetti. Oppure te ne vai». E denuncia il «clima pessimo, di demonizzazioni reciproche, tra i deliri di una parte e dell’altra: da un lato dei no vax general generici che non hanno alcun senso, dall’altro di questo sistema di decreti d’urgenza al di là di ogni limite, con norme sempre più draconiane, in un momento in cui il virus sta colpendo in modo meno pesante e non abbiamo più i numeri delle terapie intensive dell’anno scorso». Ma si continua con una politica «autoritaria, centralistica e paternalistica, molto più che in altri paesi. E non mi sembra che i risultati ci diano ragione. Sembra che questo paese abbia solo il covid come problema, che non si possa discutere di altro, quando ci attendono prove difficilissime. I vaccini vanno fatti, per carità, e hanno avuto effetti positivi. Ma perché questo accanimento? Perché non ci dicono quali sono i termini per uscire dall’emergenza?». Ancora il filosofo se la prende sugli effetti di questa politica: il sistema sanitario «saltato» per le altre patologie, i medici che avrebbero dubbi sulla vaccinazione di loro pazienti allergici che non firmano nulla «perché sono terrorizzati», le «enormi diseguaglianze» create dai nuovi obblighi («Chi ha la sua macchia, il suo ufficio, può fregarsene...»).

Ed ecco il nuovo appello di DuPre - portavoce Carlo Freccero, tra i promotori oltre Cacciari, Giorgio Agamben, Mariano Bizzarri e Ugo Mattei - che «chiama i cittadini ad esigere l’immediato ristabilimento dei diritti costituzionali fondamentali e delle funzioni essenziali della democrazia parlamentare», a fronte di una misura governativa «sproporzionata e pericolosa per la salute pubblica, introdotta in disprezzo del principio di precauzione e per l’ennesima volta con ingiustificata decretazione d’urgenza e senza discussione parlamentare, in mancanza di ponderate e condivise valutazioni scientifiche».

 

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Il Gazzettino