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CORDENONS (PORDENONE) - Storia di una vecchia Maserati 420 degli anni Ottanta, senza targhe, lasciata sotto le intemperie in un campo di strada Cellini a Sacile. Che non era abbandonata, i protagonisti di questa vicenda giudiziaria, tutti di Cordenons, lo hanno scoperto per caso e si sono ritrovati a processo. Antonio Turchet, 46 anni, ed Eric Turchet (22) hanno dovuto difendersi dall’accusa di furto aggravato dal fatto che il rottame era esposto alla pubblica fede. A Massimo Taffarel (58), che la Maserati l’ha acquistata per 350 euro, era stata contestata la ricettazione. Padre e figlio, difesi dagli avvocati Giuseppe Nacci e Laura Ferretti, sono usciti dal processo con un doversi procedere per difetto di procedibilità. Lo stesso vpo Carlo Anzil aveva concluso in questo senso sottolineando che l’auto non era sulla pubblica via ma in un terreno privato. Caduta l’aggravante, in mancanza di querela non si procede. Taffarel, che aveva come difensore l’avvocato Esmeralda Di Risio, è stato invece assolto dal giudice Piera Binotto con formula piena, perchè il fatto non costituisce reato. Non aveva alcuna consapevolezza, nel momento in cui l’ha acquistata, della provenienza della macchina.
Tutto nasce nel 2017, quando il proprietario di un capannone di strada Cellina fa sgomberare ai Turchet l’area. «Portate via anche la macchina», ordina.
Taffarel si è visto crollare il mondo addosso. Da quel momento per lui è cominciato un incubo. La macchina è stata sequestrata ed è partito l’iter giudiziario, forte di una denuncia (ma senza querela) per furto fatta dal sacilese che aveva lasciato l’auto in strada Cellini, nelle vicinanze della sua abitazione, e se l’era vista portar via a sua insaputa. Ieri la vicenda si è chiusa senza ripercussioni per i tre imputati. (c.a)
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Il Gazzettino