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PAESE (TREVISO) - Le mascherine inviate dal commissario Domenico Arcuri nelle scuole di Paese puzzano di petrolio. Così tanto che molti genitori preferiscono non farle indossare ai propri figli. Si arrangiano, comprandone altre. Ma le consegne all'istituto comprensivo di quelle marchiate Fca Italy Spa continuano ad arrivare: un pacchetto a settimana, contenente dieci mascherine, per ogni alunno. E l'Ic Casteller, il più grande della provincia, conta circa 2mila iscritti tra bambini e ragazzi all'asilo, alle elementari e alle medie. Dopo aver ricevuto mille segnalazioni, adesso è il Comune a voler dire basta con quello che non è considerato altro che uno spreco. La giunta guidata dal sindaco Katia Uberti nelle prossime ore deciderà se chiedere formalmente al governo di bloccare tale fornitura all'istituto comprensivo. Si valuterà se il Comune potrà poi metterci una pezza in prima persona.
IL PROBLEMA
Ma la sostanza è già chiara: inutile riempire i magazzini di mascherine che alla fine molti alunni non usano, correndo tra l'altro il rischio che vadano direttamente a finire nella spazzatura.
L'IDEA
A Paese, comunque, hanno già le idee chiare. «Alcuni genitori mi hanno suggerito che le mascherine inviate possono essere utilizzate per spolverare allarga le braccia Uberti oltre a tutte le battute, uno spreco del genere è inaccettabile. Se i genitori scelgono di comperare le mascherine per i propri figli pur di non far indossare loro quelle consegnate alla scuola, a questo punto tanto vale bloccare la fornitura».
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