PAESE (TREVISO) - Le mascherine inviate dal commissario Domenico Arcuri nelle scuole di Paese puzzano di petrolio. Così tanto che molti genitori preferiscono non farle indossare ai propri figli. Si arrangiano, comprandone altre. Ma le consegne all'istituto comprensivo di quelle marchiate Fca Italy Spa continuano ad arrivare: un pacchetto a settimana, contenente dieci mascherine, per ogni alunno.
IL PROBLEMA
Ma la sostanza è già chiara: inutile riempire i magazzini di mascherine che alla fine molti alunni non usano, correndo tra l'altro il rischio che vadano direttamente a finire nella spazzatura. A quanto pare, inoltre, pure qualche insegnante preferirebbe usare le proprie. Il caso è stato evidenziato direttamente dal primo cittadino. «Il governo continua a consegnare alle scuole delle mascherine che hanno un odore insopportabile, senza entrare nel merito dei materiali e della capacità di filtrazione. Alcune partite, in particolare, puzzano proprio di petrolio: in sostanza non sono utilizzabili mette in chiaro il primo cittadino tutto questo nonostante le inchieste, le segnalazioni in tante zone del Paese e i test indipendenti effettuati a dimostrare che forse qualcosa non funziona. E' una situazione inaccettabile per le nostre scuole, che subiscono queste forniture, e per i nostri figli, che le devono indossare. Bisogna far chiarezza». Nei giorni scorsi il sindaco ha contattato alcuni colleghi del trevigiano per capire si tratta di un problema condiviso. Nel caso, si procederà in modo unitario.
L'IDEA
A Paese, comunque, hanno già le idee chiare. «Alcuni genitori mi hanno suggerito che le mascherine inviate possono essere utilizzate per spolverare allarga le braccia Uberti oltre a tutte le battute, uno spreco del genere è inaccettabile. Se i genitori scelgono di comperare le mascherine per i propri figli pur di non far indossare loro quelle consegnate alla scuola, a questo punto tanto vale bloccare la fornitura».