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TREVISO Oltre 100mila mascherine non conformi, non sufficientemente filtranti, nelle case di riposo della Marca. La Guardia di Finanza di Gorizia ha disposto il sequestro di milioni di dispositivi di protezione (di 12 diverse tipologie) distribuiti in tutta Italia dalla struttura commissariale per l'emergenza Covid. E oltre 100mila tra quelli appartenenti ai lotti bloccati erano state date in dotazione proprio alle strutture per anziani del trevigiano. Azienda Zero ha comunicato a tutti centri di sospendere immediatamente l'uso di queste mascherine. Adesso si sta procedendo all'individuazione dei dispositivi. Una volta riportati nei magazzini, sarà la stessa Azienda Zero a ritirarli per dar corso al sequestro.
LE CONTESTAZIONI Stando alle analisi effettuate sui primi lotti sequestrati, le mascherine in questione non sono abbastanza filtranti. Anzi, in alcuni casi la capacità filtrante è risultata essere addirittura dieci volte inferiore rispetto a quanto dichiarato. Con conseguenti rischi per il personale sanitario, medici, infermieri e operatori, che le aveva utilizzate nella falsa convinzione che potessero garantire un'adeguata protezione contro il virus. Il fronte delle case di riposo resta delicatissimo. Le vaccinazioni anti-Covid hanno ridotto i rischi. Ma non si può abbassare la guardia, hanno ribadito a più riprese i vertici dell'azienda sanitaria.
ANZIANO DECEDUTO Uno degli ultimi focolai è esploso nella struttura per anziani Casa Amica di Fregona.
RITORNO IN SERVIZIO Nei giorni scorsi, invece, Da Ros è tornato normalmente a prestare servizio in Casa Amica. «Non è stata notificata nessuna sospensione spiega l'avvocato Barnaba Battistella di conseguenza era doveroso tornare al lavoro. In caso contrario sarebbe stata un'assenza ingiustificata». Intanto il focolaio esploso nella casa di riposo di Fregona si sta ridimensionando. Ad oggi sono solo due gli anziani ancora positivi. Senza particolari sintomi. I test in programma per il 15 aprile potrebbero sancire l'azzeramento dei contagi.
ALLA CASA DEL CLERO Nelle ultime settimane anche la Casa del Clero di Treviso ha dovuto confrontarsi per la prima volta con un focolaio da coronavirus. Lo screening eseguito alla fine di marzo aveva evidenziato il contagio di un'infermiera che non si era vaccinata. Di seguito è emersa la positività di due sacerdoti, ai quali erano già state somministrate entrambe le dosi di Pfizer. Il contagio si è poi allargato arrivando a colpire cinque persone. E due sacerdoti purtroppo non ce l'hanno fatta. Dopo Piero Confortin, 92 anni, ieri mattina è mancato anche don Pietro Mozzato, 93 anni. Il primo era stato parroco per 65 anni, metà dei quali trascorsi a Mogliano. Proprio oggi verrà celebrato il funerale in Duomo. Mentre don Pietro Mozzato era stato per 44 anni parroco di Vetrego di Mirano (Venezia), dal 1971 al 2015, dopo un passaggio a Castello di Godego. «È stata una presenza bella, serena e gioviale nella Casa del Clero ricorda il direttore, monsignor Maurizio De Pieri una volta all'anno si prendeva ferie dalla parrocchia e girava il mondo. E nell'ultimo periodo in Casa del Clero intratteneva gli altri confratelli con i suoi racconti di viaggio».
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