Accessi chiusi alla Marmolada ma i turisti dell'orrore li ignorano cominciano ad arrivare sulla montagna

ROCCA PIETORE - Una montagna, La Regina delle Dolomiti che nel pieno della stagione turistica è stata interdetta a causa della situazione di pericolo che si è venuto...

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ROCCA PIETORE - Una montagna, La Regina delle Dolomiti che nel pieno della stagione turistica è stata interdetta a causa della situazione di pericolo che si è venuto a creare con il distacco di una grande massa di ghiaccio, acqua e detriti che ha causato una delle sciagure alpinistiche più grandi di tutti i tempi successe nell'arco alpino. «Ci siamo appena sentiti con il sindaco di Canazei - spiegava ieri il sindaco di Rocca Andrea De Bernardin -. Ho chiesto la sua disponibilità a rimanere in contatto riguardo alle ordinanze che abbiamo emesso. Al momento rimane l'ordinanza di Canazei che prevede la chiusura totale dell'area della Marmolada mentre la nostra riguarda più che altro la chiusura al ghiacciaio della Marmolada. Sono praticamente due ordinanze simili solo che io ho limitato l'accesso per quanto di nostra competenza di Rocca all'area del ghiacciaio il mio collega di Canazei ha esteso l'ordinanza ad un'area maggiore».

La Marmolada è chiusa

Tutti i punti di accesso alla Marmolada sono chiusi per motivi di sicurezza e tutti gli accessi al ghiacciaio sono presidiati. È interdetto anche l'accesso all'area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore. Sul posto «sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito». È stato disposto anche un presidio a Passo Fedaia da parte di Polizia locale e Corpo forestale del Trentino. Ciononostante c'è chi ha sfidato i divieti. È accaduto ieri mattina quando due escursionisti sono entrati nella zona vietata in comune di Canazei (Tn) e stavano salendo verso il ghiacciaio. Il sindaco di Rocca De Bernardin spiega che i contatti con il suo omologo di Canazei «sono intensi anche perché andremo a valutare assieme con quali mezzi si cercherà di fare rispettare al massimo queste nostre ordinanze. A riguardo se anche Rocca andrà ad indire la giornata di lutto cittadino sarà mia premura consultarmi prima con il sindaco di Canazei per vedere come muoverci entrambi con una linea univoca».

I turisti dell'orrore

Non sarà certamente una passeggiata per le forze dell'ordine arginare e mettere in pratica dei deterrenti per arginare la possibilità che qualche indisciplinato turista possa provare a ignorare queste ordinanze e spingersi verso le zone interdette della Marmolada. Ricordiamo i precedenti proprio successi a Rocca Pietore l'inverno scorso quando, infischiandosene dell'ordinanza di divieto di portarsi all'intero dei Serrai di Sottoguda devastati da Vaia e area di cantiere, alcuni appassionati di arrampicata su ghiaccio avevano scavalcato le reti di protezione che delimitavano l'area del cantiere e avevano intrapreso la scalata di alcune cascate di ghiaccio. Una vicenda che terminò con il ferimento di uno degli alpinisti che era scivolato e la chiamata al Soccorso alpino della stazione della Marmolada-Val Pettorina, con l'arrivo dei soccorritori tempestivo sul posto e il recupero del ferito trasportato in ospedale. Un epilogo conclusosi felicemente ma anche con una ammenda nei confronti di questi indisciplinati alpinisti. Una cosa importante sarà anche cercare di contrastare quella moda turistica, che sembra in questi ultimi anni sempre più trovare dei fan e che viene indicata come turismo dark ovvero quel fenomeno del turismo dell'orrore che consiste nel ricercare quei luoghi in cui si sono consumati tragedie collettive o delitti efferati. Un fenomeno in crescita quello del turismo dark che ben si è manifestato nel delitto di Cogne con frotte di turisti che si facevano fotografare davanti alla casa dove era stato ucciso il piccolo Samuele o l'isola del Giglio dove naufragò la Costa Concordia e anche qui frotte di turisti si fecero immortalare con la nave semi affondata alle spalle. E che si sta vedendo in questi giorni sotto ai luoghi del disastro sul passo Fedaja.

 

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Il Gazzettino