Il Cai avvia una raccolta fondi per i figli di Davide Miotti, ucciso sulla Marmolada

CASTELFRANCO - Una raccolta fondi per i due figli, a cui la Marmolada ha inghiottito i genitori. Una giornata dedicata a Davide Miotti, 51enne di Cittadella colonna portante del...

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CASTELFRANCO - Una raccolta fondi per i due figli, a cui la Marmolada ha inghiottito i genitori. Una giornata dedicata a Davide Miotti, 51enne di Cittadella colonna portante del Cai di Castelfranco Veneto. E la piena disponibilità a fornire ai famigliari tutto il supporto, psicologico in primis, di cui avranno bisogno. Sono tante le iniziative sul tavolo della sezione castellana del Club Alpino Italiano per ricordare la guida padovana, dispersa sul ghiacciaio. Domani è stato convocato un consiglio straordinario per rendere indelebile il nome di Miotti. «Decideremo insieme le iniziative più appropriate - spiega il presidente Paolo Baldassa -. La priorità in questo momento è stare vicino ai figli, a cui va tutto il nostro sostegno». Per il Cai di Castelfranco è una ferita dolorosissima. «Quella della montagna è una grande famiglia di cui Davide faceva parte a pieno titolo - prosegue Baldassa -. Tutti gli escursionisti e gli alpinisti hanno lo stesso valore, sia chiaro, ma quando cose del genere succedono ai tuoi iscritti il dolore è immenso. Non ci sono parole».

Il dolore

Davide era un istruttore nazionale e una guida alpina. Talmente innamorato della montagna da trasmettere questa sua passione alla moglie e ai figli: sia Erica che il figlio più piccolo Ettore erano iscritti al Cai castellano. Lui faceva parte del Cai castellano dal 2013, prima come socio e poi anche come istruttore. Circa quattro anni fa aveva completato il percorso per diventare una guida alpina, accompagnava in montagna dei clienti in tutta Italia e anche all'estero. Spesso in Marmolada. Una delle ultime volte lo scorso aprile per tenere un corso indirizzato agli istruttori della scuola di alpinismo insieme al collega Emanuele Confortin con un focus proprio su come affrontare il ghiacciaio con cordate, ramponi, auto arresto e manovre per il recupero. Accortezze che però non sono servite e non potevano servire di fronte alla frana mastodontica che si è abbattuta sugli escursionisti. «Profonda tristezza e desolazione: sono questi i sentimenti che regnano adesso fra noi soci. E non potrebbe essere diversamente» dice Baldassa, aggiungendo a denti stretti che i primi giorni di luglio per loro sono date da dimenticare. Cinque anni fa il Cai castellano ha dovuto sopportare un'altra tremenda tragedia: la montagna si era portata via Davide Zanon, allievo proprio di Davide Miotti, vittima di una caduta fatale il 5 luglio del 2016 ad appena 21 anni. Lo stesso nome, la stessa sconfinata passione per la montagna, lo stesso tragico destino. «Siamo davvero addolorati - conclude il presidente Baldassa, -. Questa tragedia non intacca la nostra passione per la montagna. Ma ci impone di affrontarla con ancora più attenzione e rispetto».

 

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Il Gazzettino