Morì risucchiata dall'onda, il sindaco indagato per omicidio colposo

Morì risucchiata dall'onda, il sindaco indagato per omicidio colposo
BELLUNO - Omicidio colposo. È il titolo di reato che la procura di Salerno contesta al sindaco di Praiano Giovanni Di Martino per la morte della turista di Belluno,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BELLUNO - Omicidio colposo. È il titolo di reato che la procura di Salerno contesta al sindaco di Praiano Giovanni Di Martino per la morte della turista di Belluno, Mariangela Calligaro, avvenuta il 2 gennaio scorso. La donna, 55 anni, era in vacanza in Costiera quando, durante una passeggiata sulla Praia con il marito ed un’altra coppia di amici, è morta risucchiata da un’onda. A seguito di meticolose indagini svolte dai militari del nucleo investigativo della Capitaneria di porto di Salerno, agli ordini del maggiore Claudia Di Lucca, il sostituto procuratore Roberto Penna ha individuato a carico del sindaco tutte le responsabilità della tragedia in quanto tutto ciò che attiene alla pubblica incolumità è in capo al primo cittadino del territorio. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a Di Martino viene contestato di aver omesso i controlli del caso. A seguito di una serie di sopralluoghi e perizie tecniche, difatti, gli inquirenti sono giunti alla conclusione che, in quella zona, mancava il cartello che vieta di passeggiare sulla Praia in caso di mare agitato. Cartello che, se posizionato sul tratto che collega via Mareterra alla Statale 163, è invece assente - come invece previsto per obbligo di legge - dall’altra parte della strada. E questo, secondo il sostituto Penna, potrebbe aver indotto in errore la comitiva di turisti.

 
LA TRAGEDIA
Erano all’incirca le 11 del 2 gennaio scorso quando scatta l’allarme a Praiano. A lanciarlo, un dipendente della società che gestisce i servizi idrici comunali il quale avvertìil sindaco di quanto stava accadendo. L’uomo era stato attratto dalle urla di alcune persone, si era girato verso il mare e aveva visto dei corpi in acqua. Sul posto arrivarono immediatamente la guardia costiera e il 118. Mariangela Calligaro, 55 anni di Belluno, il marito Carlo Talamini di 56 anni e l’amica Nicoletta Bressa erano in mare. Una quarta persona che era con loro, ovvero il coniuge della Bressa, Nicola Zeggio (di 57 anni come la moglie), si era salvato ed era rimasto a terra. La Bressa, poi tratta in salvo, era aggrappata a una boa poco oltre la scogliera mentre la Calligaro e suo marito erano stati portati al largo dalla corrente. Talamini, successivamente ricoverato all’ospedale Costa d’Amalfi per ipotermia, si era aggrappato a una boa e con l’altro braccio teneva il corpo della moglie probabilmente già privo di sensi. A salvare la seconda donna fu il marito il quale, dopo essere stato imbracato con un salvagente legato a una corda, si tuffò nuovamente in mare per raggiungerla. E dopo averla afferrata la portò sulla spiaggia. La guardia costiera di Amalfi, giunta dopo la richiesta di soccorso con un gommone veloce, recuperò il corpo della donna apparentemente privo di sensi, e il marito. La Calligaro era ancora viva ma le sue condizioni erano gravi tant’è che le manovre rianimative fatte a bordo dell’ambulanza non servirono a tenerla in vita. 
Il PRECEDENTE 
Era il 2009 quando un’altra donna perse la vita in quello stesso posto. Si chiamava Manuela Castaldo, era napoletana e aveva 37 anni. Anche lei stava passeggiando in quello stesso punto in compagnia di un amico e anche quel giorno il mare era agitato. Come nel caso della turista veneta, un’onda la riscucchiò intorno alle 15 e il suo corpo, trascinato dalla corrente, fu ritrovato ad una quarantina di metri dal litorale soltanto due ore dopo dalla guardia costiera. Prima di lei sarebbe accaduto altre due volte.
L’ALLARME

Già nove anni fa dopo la morte della giovane donna di Napoli, imperversò la polemica. In molti contestarono che in quella zona le ringhiere sono basse, la manutenzione inesistente e il tracciato insidioso e che occorrevano dei segnali di avviso di pericolo. Segnali che - secondo la procura di Salerno - non sarebbero stati posizionati come da norma. Tutto ciò perché sarebbero complicato interdire e chiudere quel tratto di Marina.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino