OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MESTRE - «Fate un altro passo e le sparo». Determinati anche a uccidere. Voce ferma, un italiano privo di inflessioni dialettali. La frase è stata pronunciata dal regista del commando, quello che all’esterno del punto vendita “Gioielli di Valenza” ha preso in ostaggio, la più giovane delle commesse, tenendola per il collo con un braccio, e con l’altro impugnando un fucile mitragliatore. Lo sguardo e le parole diretti agli addetti della vigilanza interna che sono accorsi sul posto non appena compreso quanto stava accadendo. È uno dei tanti tasselli che emergerebbe dalle dichiarazioni verbalizzate nell’ambito delle indagini sull’assalto armato alla gioielleria del centro commerciale Valecenter di Marcon (Ve) messo a segno mercoledì scorso a ridosso dell’orario di chiusura serale. Sarebbe proprio in quel momento che la dipendente del negozio avrebbe avuto un mancamento e sarebbe sempre in quel momento che più di un testimone avrebbe sentito lo stesso sequestratore, dire, rivolto ai complici, «questa è andata in choc, ci crea disagio, prendiamo l’altra».
E l’altra, molto più grande di età e forse per questo meno impressionabile, non si è sottratta anzi. Tanto da diventare, per il fatto di aver mantenuto calma e lucidità - considerato il contesto ad altissima tensione - una sorta di eroina che è andata in soccorso della collega in lacrime e traumatizzata.
Obiettivo la gioielleria Burato. Bottino oltre 50mila euro. In questo caso non ci sono armi lunghe, ma solo corte, il modus operandi è abbastanza simile. La banda è composta da quattro elementi. Due gli autori materiali della rapina che entrano pistole in pugno, di sera, in orario di chiusura e minacciano le commesse. Uno sta all’esterno e punta la canna sulla tempia di quello che si presume un cliente preso in ostaggio e fatto stendere a terra e che poi, grazie alla visione del filmato registrato dal sistema video della struttura, si scoprirà essere il terzo complice che si rialza come se nulla fosse e se ne va. Il quarto attende al volante di una Fiat Punto per scappare. In quell’occasione c’è anche una sparatoria: il primo colpo è esploso contro la guardia giurata in servizio alle casse dell’attigua Coop che accorre attirato dalle urla, il secondo dal vigilantes che riesce a evitare la pallottola e spara a sua volta.
Più datato, dicembre 2012, l’assalto al Mercatone Uno di Valli di Chioggia, ai danni del Punto Oro: kalashnikov, maschere in lattice, tute nere, quattro uomini, un cliente sequestrato e minacciato, ed espositori incendiati per eliminare qualsiasi traccia biologiche. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino