Caso Zennaro-Sudan, sale la tensione: ore decisive per la sentenza

Caso Zennaro-Sudan, sale la tensione: ore decisive per la sentenza
VENEZIA - L'attesa è tutta per la giornata di domani, 20 giugno. L'udienza in tribunale a Khartoum è quella che potenzialmente potrebbe togliere dalle spalle...

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VENEZIA - L'attesa è tutta per la giornata di domani, 20 giugno. L'udienza in tribunale a Khartoum è quella che potenzialmente potrebbe togliere dalle spalle di Marco Zennaro il peso dei procedimenti penali. Il procuratore generale infatti stabilirà se il 46enne imprenditore veneziano debba essere processato per la seconda causa presentata contro di lui, quella di una ditta di Dubai che chiederebbe 900mila euro di risarcimento per una partita di trasformatori che la Zennarotrafo non avrebbe mai consegnato. Ipotesi accusatoria a cui i legali di Marco si sono sempre opposti, sostenendo che fossero calunnie. C'è un cauto ottimismo, appunto, da parte degli avvocati. Una speranza, più che altro, che anche questo procedimento venga archiviato. Per la prima causa, quella intentata da un miliziano, era andata proprio così: adesso è rimasto solamente il processo civile. L'udienza del 29 giugno tratterà proprio questa controversia e Marco è uscito di prigione su cauzione, grazie alla garanzia bancaria di 800mila dollari messa a disposizione dalla famiglia.



TERAPIA
Per Zennaro è un momento estremamente difficile: dopo 74 giorni di prigionia, infatti, ha accusato un malore in albergo. Adesso sta meglio e si sta riprendendo, ma i traumi di un periodo così lungo di detenzione in condizioni disumane non sono solo fisici. Marco sta seguendo una terapia da remoto, in videoconferenza, con uno psicologo che lo sta aiutando ad affrontare le sue sofferenze. Non solo le difficoltà passate, ma anche quelle future, considerando che i tempi e i modi della giustizia sudanese possono essere ben più lunghi e intricati di quelli della magistratura italiana.

Nel frattempo, nuovo vertice in vista per le autorità diplomatiche. Il direttore generale della Farnesina, Luigi Vignali, incontrerà quanto prima l'ambasciatore italiano a Khartoum, Gianluigi Vassallo, per fare il punto della situazione. L'obiettivo, quello è ben chiaro, è riportare a casa sano e salvo Marco. E per farlo sarà necessario evitare che torni di nuovo in carcere o in una cella del commissariato di Bahri con altri 30 detenuti. Probabile che le autorità della Farnesina provino a delineare una strategia per rendere protetta la permanenza di Marco agli arresti domiciliari in albergo fino al giudizio della corte.
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Il Gazzettino