In carcere in Sudan, si muove la politica per far liberare Marco Zennaro

L'imprenditore veneziano Marco Zennaro
VENEZIA - La reazione era attesa e, puntualmente, è arrivata. La politica si è mobilitata in massa per il caso di Marco Zennaro, il 46enne imprenditore veneziano...

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VENEZIA - La reazione era attesa e, puntualmente, è arrivata. La politica si è mobilitata in massa per il caso di Marco Zennaro, il 46enne imprenditore veneziano detenuto in una cella del commissariato di Khartoum (Sudan) dal 1. aprile con l'accusa di una presunta frode commerciale. Non poteva mancare la presa di posizione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Deve essere immediatamente rilasciato - ha scritto il primo cittadino in un post su Twitter - una situazione inaccettabile per cui chiedo un intervento immediato di Luigi Di Maio». Quella di Brugnaro è una delle tante reazioni registrate ieri: dal Consiglio comunale alla Regione fino a parlamentari e ministri. Nicola Pellicani, deputato del Pd, è stato il primo a sollevare la questione, ancora diverse settimane fa, al ministro Luigi Di Maio e alla sua vice Marina Sereni. Proprio la viceministra ha avuto un lungo colloquio con la ministra degli esteri sudanese, Mariam al-Sadiq al-Mahdi. «Ho sentito Sereni che mi ha parlato di un dialogo proficuo - continua Pellicani - si sta lavorando per cercare di cambiare la misura cautelare di Marco e metterlo ai domiciliari». Al parlamentare veneziano, però, c'è un altro aspetto che preme. «Questa vicenda è nata come una controversia economica - aggiunge - ma adesso, dopo il pagamento di 400mila euro da parte di Zennaro e la morte sospetta del suo intermediario, i miliziani gli chiedono altri 700mila euro per il rilascio. Più che giustizia questo sembra essere un ricatto».

E intanto, il procuratore generale di Khartoum ha fatto sapere all'avvocato della famiglia Zennaro che oggi deciderà sul ricorso di Marco: se, cioè, proseguire con la detenzione in commissariato o se rilasciarlo. La discussione del ricorso viene puntualmente fissata e poi rinviata da settimane, la speranza è che questa possa essere veramente la volta buona.
Gli appelli della politica per Marco, intanto, arrivano da tutto l'arco costituzionale. «Marco Zennaro è stato studente nella scuola di ingegneria dell'Università di Padova - spiega il portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni - auspico che la Farnesina dia assoluta priorità alla gestione del suo rimpatrio». Il capogruppo della Liga Veneta per Salvini Giuseppe Pan ha presentato una mozione in consiglio regionale: «Marco sta subendo una prigionia disumana, va riportato a casa al più presto».

Raffaele Speranzon, (Fdi) sul tema ha scritto una lettera al premier Draghi «perché si prenda carico personalmente della vicenda di Zennaro». Si uniscono i consiglieri regionali del Pd: «Sono due gli aspetti che preoccupano: le continue richieste di denaro e i riferimenti al caso di Giulio Regeni utilizzati come intimidazione». L'eurodeputato leghista Gianantonio Da Re chiede l'intervento dell'Europa: «L'Unione europea dovrebbe esprimersi rapidamente e chiaramente a condanna delle autorità sudanesi responsabili di una grave violazione dei diritti umani».
 

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Il Gazzettino