Leggo, con dispiacere, i numerosi articoli apparsi in questi giorni sull'utilizzo da parte di Linea d'ombra degli spazi museali per l'allestimento delle ultime mostre...
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In occasione dei vent'anni di Linea d'ombra, festeggiati con la mostra Storie dell'impressionismo, avevo infatti deciso di fare un regalo a Treviso, rendendo finalmente compatibili rispetto ai normali standard museali internazionali, le condizioni di conservazione e sicurezza delle opere che si trovavano all’interno dello stesso museo. Oltre che garantire identiche condizioni alle opere che sarebbero giunte per le mostre temporanee. Così avevo raccolto attorno a me una piccola cordata di amici, insieme tutti rivolti a fare questo grande dono alla città. Per cui in diversi mesi durante il 2016 si svolsero, sempre in accordo con la Soprintendenza e in costante contatto con gli uffici comunali preposti, i notevolissimi lavori di carattere edile, elettrico e impiantistico per rendere Santa Caterina un museo perfetto. Così come oggi è diventato, grazie anche al successivo ripristino della “Sala ipogea – Barbisan”, operato dal Comune prima della mostra dedicata a Rodin, nel cui ambito Linea d’ombra ha ideato, e poi svolto con risorse proprie, un grande lavoro di promozione turistica a favore della città e del territorio.
Ecco, mi faceva piacere in questi giorni ricordare tale regalo, questo sì un regalo vero, fatto alla città di Treviso. E in nome dell’amore per il bene comune, mi rende felice sapere che proprio in seguito a un simile dono chi realizzerà, quali che siano, le mostre a Santa Caterina negli anni futuri lo potrà fare nelle condizioni migliori anche grazie a quanto realizzato da Linea d’ombra e dai suoi amici. Oltre che, naturalmente, la Pinacoteca civica avere le proprie opere perfettamente conservate e protette. Questo sì, almeno a me sembra, sia amore per la città dimostrato non con le parole ma con i fatti concreti. E, di più, sotto gli occhi almeno di coloro che vogliono vedere e ricordare.
*Storico dell'arte
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Il Gazzettino