Una lotta di 12 mesi, Marco muore di tumore a 43 anni

Marco Forese
CAMPO SAN MARTINO - Oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale verrà dato l'ultimo saluto a Marco Forese, mancato a 43 anni dopo aver lottato dodici mesi contro un...

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CAMPO SAN MARTINO - Oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale verrà dato l'ultimo saluto a Marco Forese, mancato a 43 anni dopo aver lottato dodici mesi contro un tumore. L'uomo era molto conosciuto a Campo San Martino dove viveva con la moglie Rachele Zucchi (che ha un negozio di arredamento in via Provinciale 2) e la figlioletta di 10 anni, ma anche a Padova essendo contitolare della ferramenta Errebi in via Facciolati. «Mi mancherai per sempre...» è il messaggio affidato dalla moglie ai social, che accompagna la foto di Marco con gli occhiali da sole e un grande sorriso. Grande appassionato di fotografia aveva creato un suo sito.

PAROLE TOCCANTI
Profonde e toccanti le parole con le quali un anno fa, via social, aveva dato l'annuncio della malattia. «E poi un giorno ti ritrovi ad andare in ospedale perché pensi di aver esagerato i giorni prima, e ti ritrovi un mal di schiena boia e qualche linea di febbre (maledetta vecchiaia). Aspetti il tuo turno e nel frattempo ti mettono su un lettino, dopo un po' ti dicono che hai una broncopolmonite e che dovrai rimanere qualche giorno lì, nel frattempo ti fanno degli altri esami. Passano 1, 2, 3, 4, 5, 6 giorni e non succede nulla, ti girano le scatole perché la febbre è quasi andata via e tu vorresti tornare al lavoro e dalla tua famiglia. E invece? Senti bisbigliare in corridoio, hai già sentito una parola di troppo. Ti alzi e raggiungi quel corridoio, a quel punto i dottori ti dicono che è meglio sedersi in uno studio a parlare. Ti gela il sangue, iniziano a parlare, ma la tua testa si è fermata a quella parola, cancro. Ti passa la vita davanti come un Frecciarossa! Doppia doccia fredda, uno alla schiena e uno ai polmoni. Curabile dicono, ma devi crederci, ma nella tua testa hai già stampati i nomi di chi non ce l'ha fatta. Io come sempre lotterò, come ho sempre fatto, ma sarà molto dura. Io non sono Mihajlovic, sono uno dei tanti. A questo messaggio non ci sarà alcuna risposta scusate, ma in questo momento sono egoista».
E a lettere maiuscole: «Un saluto a tutti quelli che ho conosciuto in questi anni e che mi hanno sopportato con il mio brutto carattere. Non seguiranno più aggiornamenti fino a che uno dei due avrà avuto ragione sull'altro. E sempre perchè in questo momento sono egoista, nel caso non riuscissi a spuntarla, non opere di bene, ma aiutate la mia famiglia. Grazie!».

Alla famiglia sono arrivate anche le condoglianze del sindaco Dario Luigi Tardivo. Il Comune, in previsione della massiccia partecipazione alle esequie, ha organizzato uno specifico servizio di assistenza grazie alla Polizia locale e alla Protezione civile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino