OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VERONA - «Se ho fatto la pace con Zaia? Ma io non litigo con Zaia». Giorgia Meloni è appena uscita dallo stand del Veneto al Vinitaly, dove dal presidente della Regione ha ricevuto una scultura in vetro di Murano raffigurante il leone marciano («Così mi aiuta a essere un po' leonessa», sorride, mentre dal pubblico la vezzeggiano: «Leonessa lo sei già») e assieme hanno stappato una magnum. Il "caso Marcato" è definitivamente chiuso? Le tensioni tra la Lega e Fratelli d'Italia (che, ora primo partito in Veneto, reclama maggiore "coinvolgimento" in Regione) sono sopite? L'atteggiamento dell'assessore Roberto Marcato («Vogliono un posto in più? Col caz...», ipse dixit) è un capitolo chiuso dopo il comunicato in cui si è detto dispiaciuto per aver usato termini coloriti? «Non ci sono problemi in Veneto tra il mio partito e la Lega, governiamo insieme, governiamo bene», ribadisce la premier Meloni.
Peccato che, più o meno negli stessi istanti, Marcato in tivù esternasse.
L'INCONTRO
Eppure pareva che tra FdI e Lega, specie dopo il comunicato di Marcato diffuso domenica, davvero fosse scoppiata la pace. E a Verona la seconda giornata del Vinitaly era iniziata all'insegna della cordialità. Anzi, più che cordialità. Giorgia Meloni che arriva in Fiera poco dopo le 10, Luca Zaia che la scorta fino allo spazio espositivo "Italia" e lungo il percorso parlano come parlano vecchi amici: la palestra, le ore di sonno, qualche consiglio... «Guarda che così dormi meglio», dice lei a lui. Poi la visita ai padiglioni, prima tappa ovviamente nello stand del Veneto: «Non potevo mancare», dice la presidente del Consiglio dei ministri. Che si rivolge anche ai pr
oduttori di vino: «Stiamo lavorando per sostenere le imprese, questo è un governo fieramente produttivista, fieramente schierato con chi produce ricchezza.
LE RICHIESTE
Se al Vinitaly il "caso Marcato" pare chiuso, non lo è però la richiesta di Fratelli d'Italia di avere un maggiore "coinvolgimento" negli assetti della Regione. Tra i tanti meloniani - praticamente tutti gli eletti - presenti in Fiera, anche il veneziano Raffaele Speranzon, che fino a pochi mesi fa, prima di essere eletto al Senato, era il capogruppo di FdI in consiglio regionale. È lui a ricordare che nel settembre 2020, al momento di eleggere l'ufficio di presidenza a Palazzo Ferro Fini, FdI non votò a favore. «Ci aspettavamo una compensazione con le commissioni, che però non c'è stata. Ora che siamo a metà mandato e si rivotano gli uffici di presidenza di consiglio e commissioni, la valutazione va fatta. Non possiamo essere sempre penalizzati».
LO SCONTRO
Intanto, a Focus Tg su Rete Veneta, l'assessore Marcato raccontava di non essersi affatto scusato con FdI: «Io ho risposto a una precisa richiesta di Fratelli d'Italia di avere più posti e per quanto mi riguarda era ed è no. L'ho detto in termini coloriti e mi spiace se ho urtato la sensibilità di qualcuno. Ma non mi sono scusato, non c'è nulla di cui scusarsi, ho detto quello che penso». E così quelle che il giorno prima sembravano flautate scuse per ricomporre la situazione, anche su pressione di Zaia, vanno a farsi benedire nell'arco di 24 ore. In collegamento dal Vinitaly c'era il segretario trevigiano di FdI Giuseppe Montuori, ma a sorpresa al tg è piombato il coordinatore regionale di FdI Luca De Carlo. E tra i due, De Carlo e Marcato, è stato un botta e risposta al fulmicotone. Così, quando Montuori è tornato a sottolineare la "parolaccia" usata dal leghista, Marcato è passato al sarcasmo.
Il Gazzettino