È veneta la prima donna a diventare ambasciatrice d’Italia nella Repubblica islamica del Pakistan. Si tratta della trevigiana Marilina Armellin, che ieri si è...
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Nata nel 1971 a Conegliano, la diplomatica è una delle due figlie del compianto Lino Armellin, per quattro legislature deputato della Democrazia Cristiana e per 35 anni presidente della Fism di Treviso. Nel capoluogo della Marca la giovane Marilina si è diplomata al liceo classico del collegio Pio X, dopodiché si è laureata in Scienze internazionali a Trieste, la rampa di lancio per la carriera iniziata con il concorso nel 1996. Nella sua prima dichiarazione dopo l’insediamento a Islamabad, la trevigiana se n’è detta orgogliosa: «Fiera di rappresentare l’Italia in Pakistan, terra dalla storia millenaria e dal futuro carico di opportunità e sfide, in una regione strategica per gli equilibri globali. Farò leva sui consolidati rapporti bilaterali e sulla comunità pakistana in Italia - la più grande in Unione europea - e i suoi tanti imprenditori, lavoratori e studenti per sfruttare ancor più intensamente il potenziale di crescita delle nostre relazioni». Un ruolo di prestigio intercontinentale, arrivato a coronamento di una vasta esperienza, coniugata con la vita familiare: Armellin è sposata e ha due figli di 19 e 18 anni. Come ha fatto? «Con l’impegno», aveva spiegato lei stessa al Gazzettino nel 2012, ricevendo il premio “La fonte” dalla scuola di Borgo Cavalli frequentata da ragazza: «Ho sempre avuto il desiderio di fare la diplomatica e subito dopo la laurea ho fatto il concorso. Ma non è stato semplice conciliare il lavoro e la famiglia, anche perché nel mondo della diplomazia le donne sono arrivate piuttosto tardi e sono ancora poche».
A maggior ragione in una realtà com’è quella del Pakistan, ultima (per ora) tappa di un lungo percorso, a cui l’ambasciatrice Armellin arriva da direttrice centrale vicaria per i Paesi dell’America Latina e Caraibi della direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali al ministero degli Esteri. In precedenza la trevigiana era stata ambasciatrice e osservatrice permanente dell’Italia all’Organizzazione degli Stati americani a Washington. Ancora prima, la ministra plenipotenziaria ha prestato servizio nella Rappresentanza permanente d’Italia alle Nazioni Unite e in altre organizzazioni internazionali a Ginevra. In quella veste, si è occupata delle questioni sociali, migratorie e di asilo, tanto da essere eletta presidente del gruppo dei Governi dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Già dirigente della Farnesina, nell’ufficio responsabile della tutela degli italiani all’estero e della cooperazione giudiziaria internazionale, la 52enne è stata anche a capo della task-force interministeriale sulle sottrazioni internazionali di minori e rappresentante italiana al gruppo di lavoro del Consiglio dell’Unione europea sugli affari consolari. All’estero Armellin è stata inoltre console d’Italia a Basilea e consigliere politico all’Ambasciata italiana a Nairobi.
Tutto questo partendo dalla provincia veneta. «Invito i giovani – aveva dichiarato la neo-ambasciatrice in Pakistan, quand’era tornata per il riconoscimento del Pio X – a guardarsi attorno. Abbiamo il privilegio di vivere in un mondo globalizzato, in cui tutti fanno la differenza. La storia non è più fatta da statisti e politici, ma dalla gente comune». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino