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VENEZIA - «Con amarezza si vede pubblicizzare la pillola abortiva come una conquista da difendere». Questi i termini con cui il Patriarcato di Venezia condanna la campagna pubblicitaria sulla pillola abortiva comparsa sui vaporetti. Una iniziativa promossa dall'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar). I manifesti affissi sui mezzi di trasporto hanno acceso le polemiche, Nodo cruciale: se i cartelli, dato il loro lessico necessariamente commerciale, siano il contesto e la maniera adeguata a veicolare un prodotto tanto particolare. «L'aborto è un problema pre-religioso, umano. La fede viene dopo - chiarisce il Patriarcato - Lasciare una donna a gestire nell'anonimato e solitudine la decisione di escludere la vita di un nascituro, significa abbandonarla». L'informazione trasmessa dallo slogan è fuorviante e parziale anche a secondo Massimiliano Zanini, coordinatore regionale Veneto del Popolo della libertà. «Stringata e incompleta, motivo per cui scriveremo all'Ordine dei medici e all'Agenzia italiana del farmaco un parere scientifico sugli effetti collaterali della pillola sorvolati a piè pari dallo spot, e deontologico sulla scelta di promuoverla come fosse una caramella». Di vedute differenti è invece il deputato del Pd Nicola Pellicani. «Parlare e informare su questi temi è fondamentale e l'aborto farmacologico è una possibilità di cui bisogna essere al corrente».
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Il Gazzettino