VENEZIA - Lorenzo Quinn intende donare l'opera Support alla città. L'artista italo americano, in laguna per programmare la rimozione delle mani gigantesche...
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FORTE MARGHERA
I primi di giugno a Forte Marghera Quinn installerà in maniera permanente un'altra sua opera di dieci metri donata alla città: Stop playing (smettetela di giocare). «Le Mani dovrebbero appartenere in maniera permanente alla città, in un museo come Ca' Pesaro ha affermato Lain - Siamo stati travolti dal successo dell'opera pubblica da cui ognuno ha tratto il proprio messaggio. La bellezza e il bisogno di sostenere Venezia, la lotta al cambiamento climatico, l'arte, i bambini, tutti messaggi positivi. Ci sono state parecchie offerte dall'estero, ma aspettiamo le decisioni di Soprintendenza e Comune».
DISINSTALLAZIONE
Le opere di disinstallazione inizieranno giovedì 3 maggio: i primi due giorni verranno tolte le strutture lignee realizzate provvisoriamente per lo stazionamento delle gondole e i pali in legno, quindi il terzo giorno le Mani di 9 metri in vetroresina verranno tagliate alla quota di 1 metro di altezza. «Il 7 maggio, nel giorno del mio compleanno ha spiegato ancora l'artista le Mani verranno imbragate e, una volta caricate su chiatte, lasceranno il Canal Grande. Verranno portate dapprima in un magazzino qui vicino, poi in Spagna, dove ho il mio studio. Le ricomporrò e le sistemerò a seconda della collocazione che avranno. Spero di riportarle a Venezia per installarle definitivamente».
I lavori davanti a Ca' Sagredo continueranno altri cinque giorni per l'eliminazione degli ancoraggi dell'opera e il ripristino delle strutture lignee per lo stazio delle gondole. Di certo la presenza di Quinn a Venezia sarà sempre più assidua: l'artista, che è sposato con una veneziana, sta pensando di comprare casa in città e sta già lavorando a un nuovo progetto per la Biennale 2019 che, assicura, ha già avuto una prima verbale approvazione dalla Soprintendenza. «Le Mani sono già entrate nella storia dell'arte ha concluso Lain - Abbiamo toccato con mano che ciò che accade a Venezia ha eco in tutto il mondo. Da qui si possono lanciare messaggi universali. Non avrei mai chiesto a Lorenzo un'opera dal messaggio provocatorio. Anche i luoghi deputati all'ospitalità, come Ca' Sagredo, possono diventare una sorta d'industria creativa. Le Mani ci hanno fatto capire quanto la gente ami Venezia, dobbiamo sempre tentare di essere tutti all'altezza di questa città che ci è stata donata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino