Sempre meno sacerdoti: curia costretta a tagliare

Sempre meno sacerdoti: curia costretta a tagliare
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BELLUNO Erano quindici ed ora sono, seppur in via sperimentale, solo sei. Con lettera del 12 settembre, indirizzata innanzitutto ai preti diocesani, il vescovo della diocesi di Belluno-Feltre mons.Renato Marangoni ha comunicato la nuova organizzazione delle sei convergenze foraniali e decanali che, appunto, vengono drasticamente ridotte. 

MANCANO SACERDOTIUna riorganizzazione figlia soprattutto dei numeri. I preti presenti in diocesi sono infatti 144, ma non tutti sono attivi né tutti impegnati in parrocchia. Fra di essi infatti ve ne sono una ventina in Casa di Riposo, altri sono in diversi Uffici diocesani del capoluogo. Sono solo 83 invece i parroci, cioè i sacerdoti cui è affidata la responsabilità di una parrocchia, 77 dei quali diocesani, gli altri religiosi. Quarantasette di essi hanno due (25) o più parrocchie (22); solo 36 una sola. E sono 123 su 158 le parrocchie che hanno un prete in condivisione. Ecco perché la diocesi è stata costretta a pensare a nuove soluzioni e perché «È chiaro dove ci stanno portando i tempi: verso lo scambio e l'aiuto vicendevoli tra le parrocchie». 
LETTERA A PRETI E FEDELILa lettera della scorsa settimana giunge dopo un periodo di studio della situazione e di riflessione chiesta dagli stessi sacerdoti. E a distanza di sette giorni il vescovo ha voluto rendere pubblica la decisione per «raggiungere anche le nostre comunità parrocchiali, soprattutto nelle persone che stanno dando la loro disponibilità di servizio ecclesiale». Una lettera nella quale egli rende conto di riflessione e condivisione avvenute a vari livelli, coinvolgendo il consiglio pastorale diocesano, il collegio dei vicari foranei, il presbiterio diocesano. 
DECANATI FORANIE E VICARIATIUna decisione annunciata e che qualche mese fa aveva suscitato polemiche da parte di qualcuno. Forse anche per questo il vescovo precisa che «nella prassi ecclesiale queste strutture si possono chiamare foranie o vicariati o decanati o zone pastorali ed il Codice di Diritto Canonico le equipara nella loro natura e funzione». 
SEI NUOVE CONVERGENZESei dunque le nuove convergenze foraniali o decanali che per il momento hanno carattere sperimentale. L'elenco è aperto dalla convergenza costituita da decanato di Cortina d'Ampezzo, forania del Cadore e forania del Comelico; segue quella della forania di Zoldo e di Longarone e della forania dell'Alpago; la terza è formata dalla sola forania di Belluno; insieme ed è la quarta compaiono decanato di Livinallongo e forania di Agordo; poi ecco la forania di Santa Giustina con la forania di Sedico; la lista si chiude con la forania di Feltre, la forania di Lamon e la forania di Pedavena. Disposizioni sperimentali, per il momento. «Questo ancora non significa cancellazione della precedente organizzazione foraniale, ma possibilità di provare un suo adeguamento alle nuove esigenze pastorali» dice monsignor Marangoni. Nel prossimo anno la sperimentazione si concretizzerà nel rinnovo del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale. Dopo la sperimentazione si potrà «determinare una configurazione pastorale più stabile del nostro territorio diocesano». 

SEI PRO-VICARI FORANEIA breve, il Vescovo nominerà quindi sei pro-vicari foranei, il cui compito sarà anzitutto quello di sostenere «le operazioni di elezione dei rappresentanti laici in Consiglio pastorale diocesano» e dei preti nel Consiglio presbiterale, oltre che dar vita ai coordinamenti foraniali, formati dai parroci e da un rappresentante di ogni consigli pastorale. Il Vescovo sottolinea come le foranie permettano che «le singole parrocchie non siano mondi a sé stanti, ma fanno sì che si possano coordinare e aiutare in alcune esigenze pastorali e operare in comunione con la diocesi», come istanza intermedia. L'intento di è «di salvare tutte le comunità parrocchiali, affrancandole dall'isolamento e quindi da un'ulteriore consumazione delle proprie risorse».
Giovanni Santin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino