STANGHELLA (PADOVA) - «Per me è un bene che i carabinieri cerchino mia moglie. Sono contento che lo facciano, spero che la trovino. Non ho nulla da nascondere»....
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LA RISERVATEZZAÈ comunque assoluta la riservatezza con la quale queste vengono condotte. Nulla si sa circa il motivo per cui proprio ieri si sia ricominciato a cercare nei pressi dell'abitazione, e neppure circa la durata della nuova operazione. Non è chiaro neppure cosa sperino di trovare i militari, che ieri si sono avvalsi anche dell'aiuto di un cane molecolare, un esemplare di barbone addestrato per riconoscere le tracce. Mohammed ha seguito le ricerche seduto su una seggiola, appena fuori da casa propria. La testa tra le mani, le parole scambiate in fretta con un cugino e un amico che lo aiutano ad interpretare le domande dei militari e dei giornalisti. Mohammed non se la cava ancora bene con l'italiano. Ma le sue parole appaiono chiare. «Prima mia moglie. ripete Che trovino mia moglie, poi potrà dire lei cosa è successo». C'è ancora speranza di trovare in vita Samira? La piccola Sara, la sua bambina di appena quattro anni dalla quale non si separava mai, l'aspetta trepidante. Risulta difficile credere che la sua mamma si sia allontanata volontariamente.
I TIMORIE così i timori, dopo oltre tre settimane di assenza, si fanno pesanti come macigni. L'ultima volta che il telefono della 43enne ha dato segnali di vita era agganciato alla cella della zona. Forse per questo le ricerche degli inquirenti si concentrano nei dintorni di Stanghella? Poche le certezze in questa storia terribile, tantissime le domande ancora in attesa di una rivelazione finale. «Io sono tranquillo. torna a spiegare Mohammed Non ho niente da nascondere. Io e Samira qualche volta abbiamo litigato, ma come in tutte le famiglie. Voglio che torni. È un bene che i carabinieri continuino a cercarla. Non mi hanno detto nulla però». Il marito di Samira non era stato informato della nuova azione delle forze dell'ordine. Una vera task force che ha visto ieri un gran dispiegamento di uomini e mezzi per cercare di dare una svolta a questa storia. Tra le poche indiscrezioni trapelate si parla anche di un nuovo intervento dei vigili del fuoco e dei sommozzatori nei prossimi giorni per scandagliare il Gorzone. Ieri la piena ha infatti impedito l'operazione: il fango non avrebbe permesso di vedere chiaramente il fondale. E invece servono condizioni ottimali per non lasciarsi sfuggire neppure il più piccolo dettaglio che potrebbe contribuire, forse in maniera decisiva, alle indagini.
Camilla Bovo Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino