Mamma morta dopo il parto: alla famiglia un milione e 200mila euro di risarcimento

Mamma morta dopo il parto
PADOVA - Se penalmente nessuno ha pagato per quella mamma ridotta allo stato vegetativo dopo il parto e deceduta nel settembre del 2021 dopo cinque anni di coma, l'Azienda...

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PADOVA - Se penalmente nessuno ha pagato per quella mamma ridotta allo stato vegetativo dopo il parto e deceduta nel settembre del 2021 dopo cinque anni di coma, l'Azienda ospedaliera ha risarcito con un milione e 200 mila euro il marito, il figlio e la nonna paterna difesi dall'avvocato Luca Tessarolo del foro di Vicenza.

I FATTI
Era l'aprile del 2016 quando Elena è stata ricoverata, nel reparto di Ostetricia dell'ospedale civile, con qualche giorno di anticipo rispetto alla data fissata per il parto. Motivo, durante la gravidanza aveva avuto alcuni problemi legati alla respirazione. La sera del 28 aprile del 2016, la donna ha avuto una crisi respiratoria. Gli infermieri preoccupati hanno subito chiamato due anestesiste in servizio all'Azienda ospedaliera. I due medici, dopo avere valutato la situazione, hanno deciso di non effettuare una tracheostomia d'urgenza alla paziente, ma di portarla in sala parto e di darle l'ossigeno attraverso la mascherina.
La giovane ha partorito e il bambino se pure prematuro è nato sano, ma la mamma è rimasta senza ossigeno per almeno venti minuti. La mamma all'epoca aveva 34 anni e presentava un quadro di importante stenosi laringo-ipoglottica a seguito di intubazione praticata in età infantile. Quindi veniva programmato per il 29 aprile del 2016, un intervento di tracheostomia di protezione per la prevenzione di eventuali emergenze.

LA PATOLOGIA
La sera del 28 aprile, la gestante andava incontro ad una crisi dispnoica ingravescente, causata dall'accumulo di secrezioni respiratorie dense, con cianosi e ipotensione, cui seguiva l'arresto respiratorio. Venivano così avviate le manovre di rianimazione cardio-circolatorie e la degente veniva trasportata in sala parto e sottoposta a cesareo. Tuttavia, benché tentata, non veniva perfezionata alcuna tracheotomia o tracheostomia di protezione da parte degli anestesisti presenti fino all'arrivo, alle 20.10, dell'otorinolaringoiatra, il quale riusciva a riaprire il pregresso tracheostomia ed a consentire l'intubazione della paziente.


Ma mamma Elena è stata per troppo tempo senza respirare ed è entrata in coma, per poi morire cinque anni più tardi in una struttura di privata di Campodarsego. In definitiva l'Azienda ospedaliera dovrà risarcire con 546mila euro il marito di Elena, 449mila euro al figlio minore e 35mila euro alla suocera per un totale di un milione di euro.
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Il Gazzettino