In molte zone della montagna Trevigiana la rete sentieristica è compromessa. Danni maggiori alle quote più elevate. Alle 18 di quel terribile 29 ottobre si è...
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DANNI INGENTI SUL VISENTINIl Col Visentin ha avuto danni assai consistenti alle quote maggiori. Le immagini delle devastazioni al rifugio 5° Artiglieria Alpina e ai tralicci delle telecomunicazioni sul Col Toront, piegati come fossero filo di ferro, hanno fatto il giro del web. «A fondovalle i fenomeni si sono registrati a San Floriano, Laghi Blu, Piana degli Alpini e anche a Fadalto Alto dove ho subito lo scoperchiamento del tetto della mia abitazione», spiega Giacomo Mognol, originario della Val Lapisina. «Il vento è stato fortissimo, tanto che ho saputo che al casello dell'autostrada gli strumenti hanno registrato raffiche di 205 km/h. In quota i danni maggiori si registrano attorno a Borgo Brigola e al Col Desagne, in località Pianon e sul sentiero del Verdil dove sono caduti centinaia di grossi alberi». Anche oltre il confine di Sella di Fadalto i danni sono ingenti, lungo il sentiero 950 che sale da Santa Croce del Lago, soprattutto in località Coldìgoi, Bastés e Poiatta.
IL CESEN SERIAMENTE COMPROMESSOSpostandoci verso il Monte Cesen, nel territorio di Valdobbiadene, si riscontrano danni alla pari del Visentin. È indicativo ciò che è accaduto alla croce di vetta posta a 1570 m di quota, spezzata come un fuscello. Leggendo i dati archiviati dall'anemometro in loco si rileva che nel tardo pomeriggio del 29 Ottobre il vento ha soffiato con raffiche fino a 194 km/h, ecco la spiegazione. «Tutta l'area attorno alla vetta del Cesen è impraticabile», racconta Adorno Rebuli, gestore del ristorante Stella Alpina di Pianezze di Valdobbiadene. «Il vento si è abbattuto specialmente sui versanti meridionali del comprensorio, dai 1000 metri di quota in su. Al di sotto invece la situazione è un po' meno preoccupante, solo qualche albero di traverso come ad esempio lungo la strada Altena che sale da Ron di Valdobbiadene. Come nell'area del Fadalto, la rete sentieristica del Cesen è seriamente compromessa. Il sentiero delle 72 storte, il sentiero dei Narcisi, la Val de Maria e molti altri sono totalmente invasi da abeti sradicati dalla furia del vento. Il peggiore è il Trodo dei Much dove non c'è più nemmeno un albero in piedi ed il sentiero è scomparso. Fortunatamente le strutture edilizie non hanno subito danni ingenti, a parte l'agriturismo Balcon il cui tetto è stato scoperchiato».
DISCONTINUITÀ IN ALTRE ZONEIl Pizzoc è stato colpito a macchia di leopardo. Se sul versante Lapisino i sentieri sono rimasti pressoché intatti, ben diversa la situazione verso l'Agnellezza, sul sentiero del Bracconiere, sulla Direttissima e sul Sentiero della Terra Nera dove gli alberi sradicati dal vento hanno ostruito parte dei tracciati. Cison di Valmarino è stato risparmiato solo alle quote minori, mentre in alto nella zona della forcella dei Bomboi e verso il bivacco Vallon Scuro vi sono alberi di traverso ovunque.
Stessa cosa sul Passo San Boldo, dove la situazione peggiore si riscontra in località Campo e sul versante che sale alla Caldella, Monte Cimone e alla Cisa. La Val del Carmine a Miane è praticamente intatta, fatto salvo per una decina di alberi abbattuti in quota, così come in Val Caldanè di Guia i danni sono limitati. Meglio invece sulle colline sub prealpine, come ad esempio le Vedette tra Soligo e Col San Martino e le altre piccole montagne. Considerevoli problemi invece a Praderadego, lungo il sentiero 991 che sale al Col de Moi dove sono accatastati uno sull'altro centinaia di abeti mentre a Combai qualche difficoltà appena sopra la Strada de la Fan e sul sentiero 992. A Revine i danni maggiori sono in tutta l'area di Pian de le Femene e alla Posa, mentre alle quote più basse, come altrove, i sentieri sono praticabili. Infine, nell'estremo settore orientale delle Prealpi, a Stevenà, pochi disagi a parte le quote maggiori verso il Cansiglio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino